NICCOLO' GRAMIGNI
Cronaca

Strage dei Georgofili, i familiari: “Non c'è memoria senza verità”

“Qualcuno ha aiutato la mafia a mettere le bombe”

La strage di via dei Georgofili, nella foto i soccorsi dopo l'esplosione nella quale morirono 5 persone

La strage di via dei Georgofili, nella foto i soccorsi dopo l'esplosione nella quale morirono 5 persone

Firenze, 23 maggio 2025 – "La mafia ha messo le bombe, però qualcuno l'ha aiutata e noi siamo sempre preoccupati che chi è rimasto nell'ombra, possa di nuovo agire o comunque prendere esempio dalle vicende di 30 anni fa per tentare di inquinare la vita democratica del nostro Paese". Lo ha detto oggi a Firenze Daniele Gabbrielli, vicepresidente dell'associazione vittime della strage dei Georgofili a margine dell'evento Unaezeroquattro organizzato dalla Regione Toscana in occasione del 32/o anniversario dell'attentato avvenuto la notte del 27 maggio 1993, che costò la vita a cinque persone ferendone una cinquantina.

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"Noi stiamo lavorando tantissimo sulle scuole - ha aggiunto - Ci rendiamo anche conto che più il tempo passa, più è fondamentale questo aspetto. Però non può essere semplicemente un ricordo, deve essere anche legato al discorso che non c'è memoria senza verità. E quindi ricordiamoci che nonostante i 32 anni, la vicenda dei Georgofili è ancora in parte aperta".

"Ci sforziamo di fare memoria e vedere di ricordare quello che è successo, non perché non accada più, perché mi sembra un po' retorico - ha quindi spiegato il presidente dell'associazione, Luigi Dainelli, cognato di Fabrizio Nencioni, una delle vittime con tutta la sua famiglia, la moglie Angela, le figlie Caterina e Nadia - Speriamo ovviamente di no, ma non dipende certo da quello che facciamo noi. Intanto sarebbe bene conoscere la verità fino a fondo. Noi abbiamo la verità penale, giuridica. Quella storica la sappiamo, ma non la vogliamo riconoscere perché ci vogliono prove Non bastano i pentiti che hanno parlato o atti anche dei processi dove c'è il nome e cognome di persone coinvolte. Se si pensa che il presidente della Repubblica nel trentesimo anniversario disse che le stragi del 1993 erano successe grazie anche a una parte di Stato deviato che aveva collaborato. Più esplicito di così non poteva essere".