
Leonardo Viggiano (l'aggressore) e la pistola usata (New Press Photo)
Campi Bisenzio (Firenze), 13 marzo 2016 - Una lite in discoteca finita in rissa, tre o quattro anni fa, durante un periodo di vacanza fra amici. Con reciproche accuse e piccoli postumi fisici che ancora si facevano sentire. E, da allora, un odio cieco covato negli anni e poi esploso senza preavviso, con quei sei colpi di pistola sparati contro Francesco Collini, restauratore di persiane di 24 anni, ora in condizioni disperate all’ospedale di Careggi. Sarebbe questo, secondo le prime indiscrezioni, il retroscena della folle aggressione avvenuta venerdì, intorno alle 23.30, a Campi Bisenzio, al circolo ricreativo della Fratellanza di via Palagetta, conosciuto nella zona come «Il Racchio». Autore dell’esecuzione, secondo quanto accertato già nel corso della notte dai carabinieri, Leonardo Viggiano (clicca qui per leggere chi è), 24 anni, amico d’infanzia della vittima con la quale però, da alcuni anni, aveva rotto i rapporti. Alla base del rancore, ci sarebbe quella vecchia rissa in discoteca che evidentemente, per Leonardo, era rimasta una ferita aperta, ma della quale anche Francesco ogni tanto parlava, lamentando dolori e problemi a una spalla derivanti da quell’episodio.
Viggiano, in base a quanto è stato ricostruito, sarebbe arrivato al Racchio con la precisa intenzione di cercare l’ex amico, tanto da verificarne la presenza da una finestra sul retro, prima di fare il giro del circolo ed entrare. Quindi si sarebbe diretto a colpo sicuro nella stanza in cui Francesco si trovava insieme ad altri ragazzi della stessa compagnia e ai tanti arrivati per vedere la partita fra Juventus e Sassuolo. L’aggressore si sarebbe avvicinato con la testa coperta in parte dal cappuccio di una felpa e avrebbe esploso sei colpi con una pistola a salve modificata, centrando l’altro alla testa, alla schiena e all’addome. Poi si sarebbe allontanato a piedi tornando nella casa di Campi Bisenzio in cui vive con i genitori e la sorella. Qui i carabinieri di Signa e del Reparto operativo lo avrebbero trovato più tardi, seduto sul divano: senza fare opposizione e restando in silenzio si sarebbe fatto portare a Sollicciano, dove è ora in attesa della convalida dell’arresto.
FRANCESCO, subito dopo l’aggressione, è stato invece soccorso da alcuni avventori del circolo e quindi dal personale del 118 che lo ha trasportato in ospedale. L’episodio ha lasciato sotto shock, oltre agli amici e familiari della vittima, anche i tanti che, a Campi Bisenzio, conoscono il presunto aggressore. Il ragazzo appartiene infatti a una famiglia molto nota, attiva da generazioni nella tradizionale fabbricazione di cappelli. Leonardo lavorava proprio nel cappellificio gestito dalla mamma e da altri parenti nel centro storico. Chi ha avuto modo di conoscerlo, lo descrive come un ragazzo serio sul lavoro, anche se un po’ inquieto. Ma nulla, secondo gli amici, poteva far pensare a un episodio del genere.