REDAZIONE FIRENZE

"Sono l’unico candidato della destra identitaria. Credo nel ribaltone"

"Mi candido con due capisaldi come unico vero candidato della destra identitaria", la promessa che sa di rivendicazione quella di...

Alessandro Draghi, candidato Fratelli d’Italia

Alessandro Draghi, candidato Fratelli d’Italia

"Mi candido con due capisaldi come unico vero candidato della destra identitaria", la promessa che sa di rivendicazione quella di Alessandro Draghi, vicepresidente vicario del consiglio comunale in quota Fratelli d’Italia. Che sarebbero? "Remigrazione e stop all’assistenza sanitaria gratis a nuovi stranieri che nel 2026 entreranno in Italia. Da quale partiamo?". Dalla remigrazione. "E’ un tema forte che l’Ue ha tentato di declinare in più salse. Ma lo straniero che punta a trasferirsi qui, che chiede asilo politico o un permesso di soggiorno deve sapere che prima deve pagare lo stesso contributo forfettario per iscriversi al sistema sanitario nazionale come i religiosi, gli studenti e i residenti elettivi". E quindi arriviamo alla gratuità dell’assistenza sanitaria… "Il contributo va esteso proprio per sanare il deficit del bilancio regionale. La Regione Toscana concede un’esenzione ai ticket sanitari dei neo maggiorenni destinati alle case di accoglienza. Lo stesso non vale per i ventenni italiani. La dico forte: è una forma di razzismo al contrario". Ieri ha ‘scortato’ il candidato governatore del centrodestra Tomasi in via Gioberti, cuore pulsante del commercio in centro storico. Che clima ha respirato? "Di sonnolenza degli elettori devo dire. Uno su due non sa che si vota il 12 ottobre, o che lo sfidante di Giani si chiama Tomasi e non ‘Tommasi’. Ci sono troppi temi (inter)nazionali che distraggono: i dazi, la crisi del vino e della moda. E la Palestina, tema caldissimo...". Già, Tomasi su questo è stato chiaro verso Giorgia Meloni: “Il governo riconosca lo Stato di Palestina“. È d’accordo? "Sposo la sua linea. Veniamo entrambi da Azione Giovani, quando An negli anni duemila era divisa tra i filo-israeliani di La Russa e i filo-palestinesi di Alemanno. E poi c’erano i ‘finiani’ come me: due popoli e due Stati". I sondaggi confermano il trend di 17 punti di svantaggio su Giani. Ribaltone già impossibile? "Al contrario, puntiamo a vincere facendo un bel risultato in città chiave come Firenze, Prato e Livorno, senza tracolli nelle province in mano alla sinistra. E poi, fare bene a Firenze vuol dire far scattare due seggi nel collegio cittadino". A proposito, un derby in casa tra lei e Jacopo Cellai. Chi la spunta? "Mi batto per arrivare primo in lista. Vero, Cellai è avvantaggiato perché capolista, ma io riparto dalle 1100 preferenze delle amministrative dell’anno scorso. La sfida è aperta oltre che serena. Lui è il coordinatore cittadino, io l’uomo dentro Palazzo Vecchio che mastica temi e dossier istituzionali". Francesco Ingardia