Neonati, una giornata per conoscere la sindrome del bambino scosso

Appuntamento il 7 aprile alle Cascine, al piazzale Kennedy. La Shaken Baby Syndrome, una forma di trauma cerebrale che può avvenire nei neonati se scossi violentemente, può portare al coma o alla morte in un caso su quattro

Neonati (Foto archivio Ansa)

Neonati (Foto archivio Ansa)

Firenze, 3 aprile 2024 - Una giornata di sensibilizzazione riguardo alla Shaken Baby Syndrome.

Non tutti infatti conoscono i gravissimi rischi che può comportare lo scuotimento con forza del neonato. La sindrome del ‘bambino scosso’ è infatti una forma di trauma cerebrale gravissimo. Per prevenirla, il 7 aprile farà tappa anche a Firenze la campagna ‘Nonscuoterlo!’, organizzata da Terre des Hommes insieme a Simeup-Società Italiana di Medicina di Emergenza Pediatrica, con il supporto di Anpas, Fimp e della Rete ospedaliera contro il maltrattamento infantile.

Per quanto riguarda la nostra città, l’appuntamento è alle Cascine, al piazzale Kennedy, dove alla presenza di personale medico saranno effettuate manovre dimostrative con bambolotti e saranno distribuiti vari materiali informativi.

La Shaken Baby Syndrome, una forma di trauma cerebrale che può avvenire nei neonati se scossi violentemente, può portare al coma o alla morte in un caso su quattro. I più colpiti sono i bambini tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita, periodo di massima intensità del pianto del lattante, evento che può portare il genitore o chi si prende cura del bambino a operare “manovre consolatorie maldestre”, come appunto lo scuotimento.

Va aggiunto che i bambini colpiti da questa sindrome in un caso su tre erano stati già condotti al Pronto Soccorso e presentavano altri segni di maltrattamento. È quanto emerge dalla “Prima indagine sui casi di bambini e bambine vittime di Shaken Baby Syndrome in Italia”, realizzata dalla Fondazione Terre des Hommes con la Rete ospedaliera per la prevenzione del maltrattamento all'infanzia.

“Spesso i genitori, o chi si trova a dover gestire un neonato, non conoscono i rischi a cui può portare scuotere il proprio bambino e talvolta, estenuati da un pianto che nei primi mesi di vita può apparire inconsolabile, rischiano di incorrere in comportamenti scorretti, che possono rivelarsi molto pericolosi. Per questo è fondamentale diffondere la conoscenza del fenomeno e avere una giornata dedicata a questo scopo”, spiega Federica Giannotta, responsabile Advocacy e programmi Italia di Terre des Hommes.

Cosa succede al cervello mentre il bambino viene scosso?

Il cervello di un neonato contiene una maggiore percentuale di acqua e una minor mielinizzazione, cioè il processo di maturazione delle fibre nervose, rispetto ad un cervello adulto; è inoltre più gelatinoso e viene facilmente compresso e deformato all’interno del cranio durante lo scuotimento. Quando viene scosso, il cervello di un lattante si muove ruotando con una velocità diversa rispetto al cranio, che tende a rimanere più stabile: questo genera forze rotazionali e angolari del capo. Lo ‘scollamento’ che si crea tra il movimento del cranio, più lento, e il movimento del cervello, più veloce, crea uno stiramento e in alcuni casi la lacerazione dei vasi sanguigni. La lesione dei vasi porta ad emorragie cerebrali o emorragie.

Quanta forza è necessaria per arrecare danni nell’ambito di una sindrome del bambino scosso? Quante volte si deve scuotere un neonato o bambino piccolo per causare danni?

Le lesioni che si osservano nei casi di sindrome del bambino scosso sono causate da uno scuotimento violento e, in alcuni casi, da impatto. Queste sono dovute alla rapida e ripetuta accelerazione e decelerazione del capo della vittima, che oscilla avanti e indietro e da un lato all’altro, in modo disordinato, provocando danni alle strutture intracraniche (vasi sanguigni, neuroni, fasci nervosi).

Le lesioni da scuotimento non sono causate da movimenti casuali o accidentali nella cura quotidiana del bambino o da giochi, ma implicano, per essere generate, l’esercizio di una forza violenta da parte dell’adulto. Anche un unico scuotimento è sufficiente per causare lesioni traumatiche al cervello del lattante.

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