
Un tentativo di sfratto con la forza pubblica (foto Archivio)
"Dopo la breve tregua di agosto, in questi primi giorni di settembre sono ripartiti i provvedimenti esecutivi di sfratto. E l’emergenza abitativa coinvolge sempre più famiglie". A lanciare l’allarme è Fabio Tognoni, segretario regionale Sicet, ricordando che "quasi tutti i comuni della Toscana hanno mantenuto le risorse per i contributi affitti nonostante i tagli del governo".
"La situazione degli sfratti a Firenze è preoccupante" ammette il sindacalista senza tanti giri di parole, anche se si registra una lieve diminuzione rispetto al 2023 quando gli sfratti furono 664 di cui 577 con forza pubblica. "Nel 2024 ci sono stati circa 600 nuovi provvedimenti di sfratto nella provincia, di cui oltre 550 eseguiti con forza pubblica. E per il 2025 il trend pare confermato" ricorda Tognoni. In base alla tipologia, gli sfratti per morosità – che riguarda l’inquilino che non paga il canone di locazione – sono dominanti rispetto agli sfratti per finita locazione, che si applicano quando l’inquilino non lascia l’immobile alla scadenza del contratto. "Principalmente siamo davanti a sfratti per morosità incolpevole – precisa Tognoni –. Le cause, quindi, vanno ricercate nell’aumento del costo della vita, negli affitti troppo alti rispetto ai redditi". In città il prezzo medio di un monolocale è di 800 euro, che diventano 950 per un bilocale, salgono a mille per un trilocale e superano i 1200 euro al mese per un appartamento di oltre 90 metri quadrati. "Per un appartamento in affitto vengono richiesti anche 1.500 euro, dipende dalle zone. E, comunque, gli affitti turistici hanno ’drogato’ il mercato rendendo sempre più difficile trovare un alloggio a buon mercato" dice ancora Tognoni ricordando che ai vari sportelli Ciset sparsi in tutta la regione ogni anno vengono effettuate migliaia di consulenze.
Se la pressione sociale resta elevata anche a causa della riduzione dei contratti di affitto a lungo termine e dell’aumento degli alloggi destinati a locazioni turistiche, altro fattore da non sottovalutare è la carenza di alloggi pubblici e a canone sostenibile. Le domande presentate ai comuni toscani per una casa popolare per l’anno 2023 sono state 17.699 (le richieste escluse 4.798), gli alloggi popolari assegnati sono stati 1.306 (di cui 979 per graduatoria, il resto per emergenza), con una soddisfazione del 6,3% dei richiedenti. "Attualmente, a livello regionale, ci sono circa 4.400 alloggi popolari sfitti, circa 500 già ristrutturati grazie agli stanziamenti della Toscana" dice Tognoni spiegando che i nuclei familiari in difficoltà abitativa sono circa 200mila. "Le famiglie più colpite sono quelle con redditi medio-bassi, lavoratori precari, donne sole con figli. E negli ultimi anni anche i pensionati e, più in generale, gli over 65 che non hanno un immobile di proprietà. I problemi abitativi, che poi hanno il culmine con lo sfratto, colpiscono indistintamente italiani e stranieri" aggiunge il sindacalista.
Pur essendo un quadro drammatico qualcosa si muove. "Il Comune di Firenze, lo scorso luglio, ha riattivato il bando per l’emergenza sfratti e sono attive misure di sostegno all’affitto e alloggi di transizione. Tuttavia, secondo i sindacati inquilini come il Sunia, gli strumenti disponibili sono insufficienti rispetto alla portata del problema, che richiede un piano strutturale sul diritto all’abitare" conclude il segretario regionale Sicet.