Sciopero dei camionisti il 27 settembre, cosa c'è di vero

Tam tam social annuncia il blocco dell'Italia contro il green pass, ma associazioni di categoria e sindacati smentiscono: “Nessuna comunicazione ufficiale”

Traffico pesante (foto di repertorio)

Traffico pesante (foto di repertorio)

Firenze, 24 settembre 2021 – Green pass obbligatorio dal 15 ottobre per tutti i lavoratori e i camionisti protestano. Così almeno si legge sui social, dove si annuncia per lunedì 27 settembre una manifestazione che potrebbe bloccare le reti stradali e non far arrivare i rifornimenti ai supermercati. Pronti ad aderire sarebbero 35mila camionisti, in tutta Italia, che lunedì inzieranno a lavorare procedendo ad una velocità di 30 chilometri orari, con le quattro frecce e il gilet giallo sullo specchietto in modo da rendersi riconoscibili. Uno stop che potrebbe andare avanti anche per giorni, con conseguenze sugli approvvigionamenti di merce.

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Ma le associazioni datoriali e i sindacati confederali non aderiscono. “Non c'entriamo niente con questa iniziativa”, fanno sapere dalla Cisl Toscana. “Non c'è alcuna rivendicazione sociale, nessun manifesto, non un documento per trattare ai tavoli. C'è solo un tam tam mediatico – afferma Michele Santoni, presidente toscano di Cna Fita – che non si sa da chi sia partito. Non c'è nulla di organizzato, nessun coordinamento”.

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“Probabilmente qualche camionista aderirà, ma dove? Non c'è un punto di partenza, nessun organizzatore al quale rivolgersi. E questo devo dire mi preoccupa. Perché quando non c'è controllo, basta una scintilla per scatenare disordini e tensioni”, dice Santoni.

In quanto al motivo della protesta, il presidente di Fita Cna Toscana sottolinea che “l'obbligo del green pass per i dipendenti crea problemi di natura tecnica”.

“Le nostra aziende non hanno i dipendenti tutti insieme sotto un capannone”, spiega. “I nostri collaboratori stanno fuori anche quattro giorni a settimana e controllare ed eventualmente sanzionare chi ha il green pass 'a tampone' scaduto è un problema. Per questo stiamo lavorando con il governo per avere dei chiarimenti e delle linee guida affinché l'obbligo di controllo non ricada sul datore di lavoro”.

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