DUCCIO MOSCHELLA
Cronaca

Santo Spirito fa festa all’amico Bob: "Con lui abbiamo fatto il botto". Gioia e gratitudine di padre Pagano

La messa di ringraziamento in basilica per Leone XIV. Il retroscena della telefonata del cardinale Betori al priore

La messa di ringraziamento in basilica per Leone XIV. Il retroscena della telefonata del cardinale Betori al priore

La messa di ringraziamento in basilica per Leone XIV. Il retroscena della telefonata del cardinale Betori al priore

È un ringraziamento gioioso, che trasuda affetto, quello che scaturisce dalla messa domenicale in Santo Spirito per l’elezione di Leone XIV, il cardinale agostiniano già priore generale dell’ordine. Era dal cardinale Sebastiano Martinelli, elettore di Papa Pio X nel 1903, che gli agostiniani non avevano più avuto elettori in conclave. Dopo tanto tempo "abbiamo avuto di nuovo un cardinale", Robert Francis Prevost e con lui "abbiamo fatto il botto subito". Le parole di padre Giuseppe Pagano - amico di ‘Bob’ come chiama il nuovo Pontefice che conosce da quando studiavano insieme a Roma - suscitano un brusio divertito nella basilica brunelleschiana. Il priore apre la messa introducendo la figura di Martinelli per la pianeta che indossa, un dono alla comunità del cardinale vissuto tra il 1848 e il 1918, che fa da spunto alla battuta sul "botto" per l’elezione di Prevost, "un grande dono dello Spirito, una guida per la Chiesa", che ha bisogno di unità nella diversità di ognuno, e, vista l’acclamazione della piazza all’apparire di Papa Leone, "i nemici si accaniranno, ma non dobbiamo avere paura, come ci dice Gesù".

Nell’omelia il priore descrive per prima cosa la "personalità semplice, accogliente, vicina al popolo" del nuovo Pontefice, con ricordi dell’estate 2011, quando il Papa venne in visita a Firenze come padre superiore degli agostiniani. Accettò subito, quando padre Pagano glielo propose, di andare a dare l’estrema unzione al padre del custode della basilica che stava morendo e poi a trovare un altro religioso in vacanza in un paesino vicino a Vernio. "Ora padre Robert Francis Prevost, per me lo sapete è Bob - prosegue - è diventato Papa Leone XIV, gli è stata data una grande responsabilità in un momento in cui la Chiesa da una parte, in questi ultimi anni con Papa Francesco, ha vissuto davvero un bel cambiamento, di apertura", ma dall’altra però "si notano anche alcune diciamo divisioni, che nascono quando c’è l’intransigenza: il compito di Leone XIV è di essere il pastore della nostra Chiesa, il pastore di tutti", anche "di coloro che in questi anni hanno voluto creare divisioni".

Una dimensione di unità, aggiunge dopo aver richiamato il motto agostiniano del Papa, ‘In Illo uno unum’ che diventa "proprio un grande augurio per tutta la Chiesa". Non senza responsabilità: "Se ognuno di noi vuole aiutare il Papa" deve diventare "costruttore di unità e pace". Ai fedeli racconta anche di una telefonata avuta sabato con l’arcivescovo emerito di Firenze, Giuseppe Betori, tra i cardinali del conclave, che gli ha detto come in Prevost è stata trovata una persona "che può aiutare a costruire unità all’interno della Chiesa. “Non ti posso dire i numeri“, ma mi ha fatto capire che è stato come un plebiscito. Betori - confida padre Giuseppe - è rimasto molto colpito dall’attenzione Cristocentrica del Santo Padre, e la Chiesa si costruisce se Gesù è al centro, e l’altra dimensione, apprezzata dall’arcivescovo Gherardo Gambelli, per tanti anni missionario in Ciad, è che è diventato Papa un uomo che è stato a sua volta missionario in Perù". "Nel mio piccolo - ha aggiunto padre Pagano - lo posso testimoniare anche io, per quanto ho vissuto con lui nella Curia generalizia": il futuro Leone XIV "in ogni situazione si muoveva con l’obiettivo preciso di costruire unità" che "si conquista rispettando la diversità di tutti. Mai ha puntato il dito contro nessuno, se sapeva di un confratello in difficoltà chiedeva a chi lo conosceva meglio di “parlarci“", in lui c’è "il desiderio di recuperare ogni persona", "di essere un buon pastore".

A messa finita, padre Pagano ha parlato poi della telefonata che si è scambiato con il suo amico Bob prima che entrasse in conclave: "Mi ha chiesto di pregare". Da allora non l’ha ancora sentito: "Immagino avrà da fare parecchie cose". Gli ha mandato un messaggino di auguri al quale "risponderà quando sarà più tranquillo, non so nemmeno se userà lo stesso cellulare". Lo inviterà a Firenze? "Beh quello piano, piano... Prima lo facciamo assestare".