
Firenze, 28 settembre 2023 – Molti dei vecchi spettatori lo ricordano come la maschera del mitico cinema Universale. Nel quartiere di San Frediano, dove sta da sempre, Romano, 83 anni, è però una presenza abituale anche per avere contribuito, in tempi non troppo lontani, ad animare piazza Tasso e il Laboratorio della Stanzina dei bambini.
Ora, affetto da diverse patologie e non più in grado di camminare bene, passa la vita affacciato a una finestra salutando i passanti ed è ugualmente sentito come parte del ‘rione’. Così, ieri mattina, diversi residenti di San Frediano, si sono presentati davanti alla sua casa di via del Leone dove erano in corso per la terza volta, con ufficiale giudiziario e forze dell’ordine, le procedure per uno sfratto esecutivo per Romano e hanno chiesto di poter accordare un nuovo rinvio. Rinvio concesso fino al 17 novembre.
Sarà l’ultimo. Lo sfratto, pur doloroso, è infatti del tutto legittimo ma pone il problema, concreto, di dove l’ex maschera dell’Universale, con le sue condizioni di salute precarie potrà essere sistemato: "Non possiamo dire niente ai nuovi proprietari della casa che l’hanno acquistata e, giustamente, vogliono entrarne in possesso – dice Ginevra, nipote di Romano – ne siamo coscienti. L’abitazione, infatti, di proprietà di mia nonna era stata venduta con la formula della nuda proprietà e dopo la morte della nonna, nel 2020, mio nonno avrebbe dovuto lasciare la casa.
Con il Covid poi la sua permanenza si è protratta ma capiamo che i proprietari, a questo punto, vogliano l’abitazione. La cosa assurda è che il Comune, cui ci siamo rivolti anche attraverso gli assistenti sociali, abbia proposto per la sistemazione di mio nonno solo un ingresso in una Rsa. Solo che nonno, inserito in una struttura del genere, morirebbe il primo giorno". Romano infatti – prosegue Ginevra – pur con le sue condizioni di salute non buone, ha ormai trovato una autonomia vivendo da solo.
«Nella casa di San Frediano – racconta – oltre che da noi familiari era assistito ogni giorno dalle assistenti inviate dal Comune. Poi qui conosce tanta gente. Abbiamo chiesto al Comune la possibilità di inserirlo in una piccola casa popolare, anche tenendo conto del fatto che ha una pensione di 600 euro al mese e quindi non può permettersi soluzioni diverse. Ci è stato risposto però che non era idoneo per questa soluzione e l’unica proposta avanzata è stata quella di una struttura per anziani".
Resta poi la questione, sollevata anche ieri dei residenti di San Frediano, di un quartiere che sta progressivamente perdendo le proprie figure di riferimento e la propria storia trasformando le case in alloggi per turisti.
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro