
Nella foto da sinistra: Jade Vlietstra, Sophie Ko, Luca Pozzi, Giada Rodani ed Emanuele Pace
Nel cuore delle colline fiorentine, dove il paesaggio toscano si fa poesia, prende vita la biennale d’arte e scienza che sfida le leggi della fisica e della percezione: "Arte nel Paesaggio 2025: Time Gravity". In corso alla Cappella di San Michele Arcangelo a Semifonte e all’Osservatorio Polifunzionale del Chianti (Opc), fonde arte contemporanea e scienza quantistica, con installazioni che sembrano uscite da un laboratorio cosmico. Ad esporre Luca Pozzi, che trasforma particelle subatomiche in messaggi poetici, e Sophie Ko, che dialoga con l’eternità. È Luca Pozzi a raccontare come nascono le proprie opere e come si inseriscono all’interno della mostra.
Come definisce la sua arte?
"Sono un artista ma connetto linguaggi, mi sposto liberamente nelle comunità scientifiche e questo mi piace molto. Mi interessa proteggere le terre di mezzo, quelle che possono essere di tutti ma anche di nessuno. Le mie opere creano ponti tra pubblici diversi, tra discipline apparentemente distanti".
Come ci riesce?
"Attraverso analogie semplici, simbologie antiche. Utilizzo campi elettromagnetici, rivelatori di particelle, intelligenze artificiali. Amo progettare anche ambienti in virtual reality che possono sembrare veri e propri videogame".
Quale messaggio rivolge allo spettatore?
"Un invito a interrogarsi su quello che crede di sapere, a dubitare delle cose più fondamentali come lo spazio, il tempo, l’energia, la materia, la forza di gravità e l’informazione. Sono appassionato di gravità quantistica e astronomia multi-messaggera, quindi tendo a quelle ricerche in tutto ciò cher propongo".
Utilizza l’intelligenza artificiale?
"Sì, per generare variazioni. Permette alle mie opere di autogenerarsi, di trasferire e connettere le informazioni che vengono da sorgenti diverse in un ecosistema comune".
Che ne pensa delle location scelte per le due opere?
"Interpreto il territorio di Barberino Tavarnelle è un luogo in cui i messaggi giungono da tutte le parti e ti chiedono di aprire orecchie e occhi per poterli accogliere".
Che rapporto ha con la comunità scientifica?
"È iniziato nel 2020 grazie al fisico teorico Carlo Rovelli, che mi ha accolto all’università di Marsiglia. Da quel momento sono iniziati anni frenetici in giro per il mondo. Mi interesso di fisica sperimentale, con la Nasa e l’Infn ho osservato da vicino il team di sviluppo del Fermi Telescope, con il quale ho realizzato una Lecture Performance al Cern di Ginevra".
Ha mai pensato di conseguire una laurea in discipline scientifiche?
"Potrei pensare ad una laurea come ad una performance, lo farei come atto di rispetto, credo nella libertà di pensiero".
L’evento in corso è stato curato da Giada Rodani e Jade Vlietstra, e mette insieme Comune di Barberino Tavarnelle, ProLoco di Barberino, gruppo Archeologico Achu, Opc, Amici dell’Opc e finanziato da Fondazione CR Firenze.
Andrea Settefonti