
La sala della Pergola
È la decisione più attesa da cui dipende il futuro del Teatro della Toscana. È la decisione della Commissione ministeriale chiamata a esprimersi sui numeri (essenzialmente i giorni di apertura obbligatori per ottenere lo status di teatro nazionale) e sull’offerta culturale della Pergola e delle altre sale, ovvero il Teatro di Rifredi e l’Era di Pontedera. Restare in prima fascia è fondamentale per ottenere i finanziamenti che al momento sono due milioni di euro.
Secondo indiscrezioni, ieri la Commissione del MiC avrebbe chiesto chiarimenti al Teatro della Toscana. In particolare sulla gestione di Rifredi e sulla programmazione artistica. Per alcuni si tratterebbe di "una messa in mora", per altri di "normali colloqui di approfondimento". Fatto sta che entro 15 giorni la Fondazione deve presentare risposte solide, concrete, convincenti. Che niente hanno a che fare con lo strappo avvenuto tra il Cda e il dg Marco Giorgetti, visto che la domanda per lo status nazionale è stata presentata a gennaio.
Formalmente a Roma chiedono al Teatro della Toscana di fornire ulteriori dati, precisazioni, integrazioni e anche garanzie di ‘revisione’ di alcuni aspetti programmatici per formulare al meglio il giudizio. Quello che assomiglia, a tutti gli effetti, a un preavviso di declassamento. La programmazione artistica è assolutamente l’aspetto centrale. Ma nelle valutazioni ‘pesa’ Rifredi. Il teatro di quartiere è il tema più spinoso: la Commissione vuole capire meglio l’operazione in sé (l’ingresso di Rifredi nella Fondazione è avvenuto nel 2022), che solleva molte perplessità sul senso, l’opportunità e il costo. Alla luce di ciò appare ancora più preoccupante il forte ritardo con cui Rifredi ha alzato il sipario della stagione in corso.
Barbara Berti