BARBARA BERTI
Cronaca

Pergola, il riesame a Roma. La salvezza in 18 pagine. Programmazione ai raggi X

Presentata l’istanza contro il declassamento. La palla torna in Commissione. Mazzi: "Possono deliberare anche in quattro, c’è la maggioranza". .

Un fascicolo di 18 pagine di precisazioni, integrazioni e approfondimenti è partito per Roma. La Fondazione Teatro della Toscana, nel pieno rispetto dei tempi di legge, ha inviato ieri l’istanza di riesame alla Commissione consultiva per il teatro del Mic che, non senza attriti interni viste le dimissioni di tre membri su sette, ha tolto lo status di teatro nazionale alla Pergola di Firenze (e alle altre sale collegate, ovvero quella di Rifredi e l’Era di Pontedera). I tecnici hanno elaborato una nuova domanda tenendo conto di tutte le osservazioni della Commissione presieduta da Alessandro Massimo Maria Voglino, messe nero su bianco nel verbale del 30 giugno scorso.

Nello specifico, Voglino sostiene con fermezza che il progetto triennale 2025-2027 della Fondazione non è valutabile secondo i criteri richiesti dal decreto ministeriale 463 del 2024. Dal verbale emerge che le sezioni del progetto relative agli anni 2026 e 2027 sono generiche, prive di articolazione e, quindi, non compatibili con il ruolo e gli obblighi di un teatro nazionale. Il cuore della contestazione ruota attorno a una contraddizione sostanziale: da un lato le dichiarazioni ufficiali della Fondazione (nella nota del 21 maggio 2025), dall’altro il contenuto del bilancio preventivo 2025, approvato dalla stessa Fondazione. Per la Commissione il documento contabile mostra un ridimensionamento sensibile delle collaborazioni e coproduzioni internazionali. Altro elemento valutato negativamente: l’interruzione della scuola di formazione diretta da Favino. Infine, la questione delle giornate di chiusura dei teatri: tre mesi estivi per la Commissione sono troppi. Gli esperti della Fondazione Teatro della Toscana hanno, quindi, dettagliato in maniera certosina gli aspetti ritenuti carenti o mancanti, soffermandosi e argomentando ogni dettaglio. In particolare, l’istanza dà conto che l’assestamento del bilancio previsionale non ha minimamente compromesso la programmazione contenuta nella domanda presentata il 18 febbraio scorso e si esplicitano in modo chiaro i contenuti e la qualità della programmazione, anche in riferimento e a confronto di quanto presentato nella domanda inoltrata per il triennio appena trascorso.

Adesso, quindi la palla torna alla Commissione che secondo quanto dichiarato dal sottosegretario di Stato alla cultura, Gianmarco Mazzi, può deliberare anche senza essere ricomposta. "Quattro membri su sette la rendono già legittima" le parole di Mazzi. I tre dimissionari – Alberto Cassani, Carmelo Grassi e Angelo Pastore – sono espressione degli enti locali. "La Conferenza unificata deve rinominare i tre rappresentati" ricorda Mazzi. Al momento del riesame, poi, anche lo stesso Mazzi auspica sia chiamato in audizione il direttore artistico Stefano Massini, richiesta partita proprio dal drammaturgo.

Sempre ieri, la Fondazione ha fatto partire, come atto dovuto, anche la domanda per accedere ai finanziamenti come teatro della città.