ELETTRA GULLE'
Cronaca

Nuove speranze post-ictus: impulsi elettrici per “riaccendere” il cervello

Domani a Careggi un convegno al quale parteciperanno anche due neuroscienziati dell’Università di Pittsburgh, dove è stata avviata una promettente sperimentazione. Il recupero della parola e dell’uso degli arti

Ictus: come riconoscere i sintomi

Ictus: come riconoscere i sintomi

Firenze, 10 luglio 2025 – Utilizzare impulsi elettrici per “riaccendere” le aree del cervello e del midollo spinale danneggiate da un ictus. È l’obiettivo della sperimentazione d’avanguardia che sarà al centro del convegno “Neuroprotesi impiantabili e recupero post-ictus: ricerca, clinica e voce dei pazienti”, in programma domani, venerdì 11 luglio, dalle 14 alle 16.30 nell’aula magna del Policlinico di Careggi. L’iniziativa, promossa da SIMFER – Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, e patrocinata dall'Università degli Studi di Firenze, dall’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi e da IRCCS Fondazione don Carlo Gnocchi, mette a confronto scienza, pratica clinica e vissuti personali, per immaginare nuove prospettive nella riabilitazione post-ictus.

A illustrare i risultati della sperimentazione saranno Marco Capogrosso ed Elvira Pirondini, neuroscienziati dell’Università di Pittsburgh, ospiti d’eccezione dell’evento. Il professor Capogrosso lavora su una tecnologia che stimola il midollo spinale, con l’obiettivo di aiutare le persone colpite da ictus a recuperare i movimenti del braccio e della mano. Gli elettrodi impiantati inviano impulsi elettrici in grado di compensare le attività cerebrali perse, ristabilendo una connessione tra il cervello e gli arti superiori. “I risultati sono incoraggianti – spiega Capogrosso –: già dopo l’impianto si vedono i primi effetti. E nel giro di 4-6 settimane il miglioramento si consolida: più il paziente usa il braccio, più il recupero progredisce. Se i trial resteranno positivi, entro 5-10 anni la terapia potrebbe diventare accessibile a tutti”.

La dottoressa Pirondini presenterà invece una tecnica simile, ma rivolta a stimolare direttamente il cervello, per favorire il recupero della parola e della deglutizione.

Al convegno porterà la sua testimonianza anche Raffaele Guadagno, 60 anni, unico italiano ad aver finora ottenuto l’accesso alla sperimentazione americana. Colpito da un ictus nove anni fa, mentre si trovava a casa con la figlia allora quindicenne, si è ritrovato improvvisamente senza parola e con la mano destra completamente compromessa. I soccorsi arrivarono in ritardo e le sue possibilità di recupero furono fin da subito molto ridotte. Dopo il coma farmacologico indotto e un lungo ricovero di quasi cinque mesi in una struttura riabilitativa, ha affrontato un lungo percorso approdato poi a Novara, dove ha partecipato a una sperimentazione di elettrostimolazione trans-cranica.

“Ero muto. Ho ricominciato tutto daccapo. Parlare, muovermi, vivere. Senza mia moglie Valeria, mia figlia Matilde e le persone che mi hanno sostenuto non ce l’avrei fatta”, racconta oggi. La forza con cui ha affrontato la malattia è diventata anche voce scritta: il suo libro autobiografico, Tempo, col mio amante stronzo, è candidato al Premio Strega Saggistica 2025. Un racconto intenso, toccante e lucidissimo, che affronta non solo il trauma fisico dell’ictus, ma anche quello esistenziale: la perdita di sé, la solitudine, la trasformazione della propria identità, l’impatto sulla sessualità, sulle relazioni, sull’autostima.

“L’ictus è stato un terremoto – scrive –. Ma ho scoperto che anche nelle forme più fragili, la vita è degna di essere vissuta. Ho imparato ad apprezzare il presente, a coltivare la gratitudine, ad amare in modo più profondo”. Guadagno è oggi presidente dell’associazione ALICe Biella e componente della rete nazionale ALICe. A settembre volerà a Pittsburgh per entrare ufficialmente nel protocollo sperimentale promosso dall’università americana. “Lì spero di recuperare in parte l’uso della mano destra”, dice Guadagno.

L’intero evento è gratuito e aperto a medici, fisioterapisti, studenti e cittadini. Un pomeriggio di alta formazione, dialogo interdisciplinare e ascolto delle testimonianze. L’iniziativa si aprirà con i saluti istituzionali di Giovanni Iolascon, Francesco Annunziato, Betti Giusti, Daniela Matarrese, Maria Cristina Messa e Francesca Cecchi. Seguiranno due lectio magistralis a cura di due relatori d’eccezione dell’Università di Pittsburgh. Alle 14,10 Marco Capogrosso terrà una lezione su “Neurostimolazione spinale per il trattamento della emiparesi post-ictus”, mentre alle 14,40 Elvira Pirondini approfondirà il tema della “Deep Brain Stimulation per il trattamento di disartria e disfagia post-ictus”.

Alle 15,30 si aprirà una tavola rotonda multidisciplinare sul tema “Come integrare le neuroprotesi nella pratica clinica: prospettive a confronto”, che vedrà coinvolti Maria Pia Amato, Carmelo Chisari, Giulio Del Popolo, Antonello Grippo, Claudio Macchi, Patrizia Nencini, Matteo Paci, Pasquale Palumbo, Federico Posteraro e Sandro Sorbi, moderati da Bruna Lombardi e Francesca Cecchi. Ma l’incontro non sarà solo un momento tecnico-scientifico: alle 16 prenderà la parola “La voce delle persone con esiti di ictus”, introdotta da Raffaele Guadagno di ALICe, con interventi di rappresentanti delle associazioni ALICe, ASSCA e ATRACTO. Sarà lasciato spazio per domande e riflessioni, a chiusura di un pomeriggio che vuole porre il paziente al centro del percorso di cura e ricerca. L’organizzazione scientifica è a cura di Francesca Cecchi, con Bruna Lombardi, Giuseppe Falcone, Elena Fiaschi, Mauro Mancuso, Federico Posteraro e Gabriele Righi.