GIAMPAOLO MARCHINI
Cronaca

Celeste Pin, l’ex difensore viola trovato senza vita in casa: “Era un ragazzo da amare”

L’allarme dato da un parente. L’ipotesi più probabile è che si sia tolto la vita. Il cordoglio della Fiorentina. La sindaca: “Legame autentico con la città”

Celeste Pin in uno scatto recente

Celeste Pin in uno scatto recente

Firenze, 23 luglio 2025 – “E’ morto Celeste”. “Ma dai non fare il bischero”. “No, è tutto vero”. L’incredulità prima del dolore rimbalza nella chat, quella che spesso condividono gli sportivi che hanno vissuto stagioni straordinarie o semplicemente giorni irripetibili che trasformano un gruppo di ragazzi in una ‘banda di fratelli’, come quelli che nel giugno del 1944 dettero l’assalto alla Normandia. Un modo per scomodare in maniera irriverente gli eroi del D Day, ma utile a spiegare che il ‘quasi’ scudetto di quella Fiorentina aveva cementato rapporti unici anche con chi venne dopo, legando in modo indissolubile Celeste Pin a tutti gli altri.

Celeste Pin con la maglia della Fiorentina
Celeste Pin con la maglia della Fiorentina

Notizia che ha trasformato una calda giornata di luglio in una tragedia immane che si è abbattuta su tutto il mondo viola e non solo. Dolore che blocca le parole e chiude lo stomaco in una morsa difficilmente gestibile e che scatena le reazioni più disparate. A iniziare da chi era l’unico 10 di quel periodo, Giancarlo Antognoni. “Celeste per noi era il ragazzo con il quale tutti volevano starci insieme per la simpatia e la bontà, una tragedia che investe tutti noi viola degli anni ’80”. Non riesce a dire altro, perché la commozione lo travolge e i pensieri corrono veloci ai momenti belli, vissuti in campo e fuori.

Ciccio Graziani, un altro degli eroi di quel periodo straordinario e ’sfortunato’ proprio non vuole crederci e alla fine si arrende ai ricordi che lo travolgono, riportandolo ai tempi della tragedia di Agostino Di Bartolomei. “Con Celeste ho sempre avuto un ottimo rapporto. Per un periodo ci siamo persi ma ogni volta che ci vedevamo era come se il tempo si fosse fermato”. Si ferma con la macchina al bordo della strada, per fare i conti con la rabbia che lo assale e sbotta: “Quando lo rivedrò in Paradiso, prima gli darò un calcio nel sedere e poi lo abbraccerò. ’Ci potevi dire qualcosa che lo avremmo risolto insieme’. Sì gli dirò proprio così”. Non ha lacrime, ma il tono cambia: “Una sconfitta per tutti che non ci siamo accorti, ma è difficile capire ecco perchè mi fa proprio incazzare.... Ho un giramento che non puoi capire. La vicenda dello scudetto ’mancato’ ci ha legati sempre di più. E poi lui, così dolce, educato...”. Le parole rimangono sospese nel vuoto, come la comunicazione che cade insieme alle lacrime.

Impossibile non voler bene a una persona così, buona e sensibile, mai fuori dalle righe, ma di grande compagnia, trasformava le rimpatriate tra ex sempre piacevoli. Come quella vissuta insieme a Renato Buso. Lui apparteneva a un’altra Fiorentina, ugualmente ferita sempre dalla stessa... mano. Quella che tolse nella doppia finale di Coppa Uefa un trofeo che i viola avrebbero meritato. E che, in panchina, aveva proprio Ciccio Graziani.

“Non so proprio cosa dire” prova a buttarla lì Buso. Ma si sente che è un modo per prendere coraggio. “Eravamo stati di recente ospiti di un club viola. Una serata indimenticabile”. Come indimenticabile il periodo difficile del Covid che da fratelli lui e Celeste avevano passato insieme. Come insieme si erano divertiti a raccontare in un libro l’avventura di ’Due veneti a Firenze’. “Mi tengo stretto i tanti ricordi. Ancora non riesco a credere di non poterlo più chiamare”.

Prima dell’allenamento di ieri al Viola Park la Fiorentina, ha voluto rendere omaggio con un minuto di raccoglimento e particolarmente colpito è apparso il tecnico Stefano Pioli, suo compagno in viola dall’89 al ’91. Il presidente Commisso, la sua famiglia e la dirigenza hanno espresso profondo dolore per quanto accaduto: “Non ci ha mai fatto mancare il suo sostegno”.

Tante sono state le testimonianze di affetto per un campione che si è fatto ben volere da tutti. “Sono colpito e addolorato – ha detto il presidente Eugenio Giani – Il pensiero va alla sua famiglia, alla sua persona, solare e bella, che oggi ci lascia”. Commossa la sindaca Sara Funaro: “Ha avuto un legame autentico con Firenze, è stato una bandiera per la Fiorentina. Lascia un vuoto nella nostra città”. “Mancherà a tutti noi”, ha aggiunto l’assessora allo sport Letizia Perini. “Ha continuato a dare tanto alla città, allenando bambini e ragazzi con immutata passione per il pallone”. Chiude il consigliere comunale Francesco Casini, amico di Celeste: “Oggi Firenze perde un pezzo della sua storia. E io perdo un amico”.