Elettra Gullè
Cronaca

Morti sul lavoro, strage senza fine. Flash mob in piazza della Signoria con oltre 200 bare di cartone

La mamma di Luana D’Orazio: “Chiedo alle istituzioni di mettersi una mano sul cuore”. E poggia su una bara una scarpa che quel maledetto giorno indossava sua figlia. “Di lei mi è tornata solo questa”

Firenze, 7 maggio 2023 - Duecentotre bare di cartone in piazza della Signoria. Sono state sistemate proprio di fronte a Palazzo Vecchio per dire basta alle morti sul lavoro. È d’impatto l’iniziativa organizzata dalla Uil ‘Zero morti sul lavoro’. Ma il momento più toccante è stato quando, su una di quelle bare, Emma Marrazzo, la madre di Luana D'Orazio, la giovane morta sul lavoro nel 2021, ha posato una scarpa antinfortunistica che sua figlia indossava quel giorno maledetto in cui è stata stritolata dal macchinario tessile, spinto a tutta velocità perchè, per produrre di più, erano state tolte le protezioni. “Di mia figlia mi è stata mandata questa a casa - ha detto Marrazzo, mostrando la calzatura -. Ma mia figlia in quella ditta ci è andata intera a lavorare. Luana ha fatto quattro giri in quel rullo e le è volata la scarpa. Io non ci sto all'omicidio colposo e basta, non ci sto. La ditta sta lavorando, non ha chiuso nemmeno il giorno del funerale, nonostante fosse lutto regionale”. Al flash mob davanti all’arengario di Palazzo Vecchio hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Dario Nardella, il segretario generale della Uil Toscana Paolo Fantappiè e il segretario organizzativo Uil nazionale Emanuele Ronzoni.

La mamma di Luana lotta ogni giorno affinché “davvero si arrivi a zero morti sul lavoro”. Per questo è la prima firmataria della proposta di introdurre il reato di omicidio sul lavoro nel codice penale. “Proprio oggi ci sarà il dibattito intorno a questa legge di iniziativa popolare - ha ricordato la mamma di Luana -. Chiedo alle istituzioni di mettersi una mano sul cuore. Chi ci governa manderebbe mai i propri figli a lavorare in assenza di sicurezza? Ieri, leggere di altri cinque morti sul lavoro è stato terribile. È una guerra, un film a puntate dell’orrore. Per questo io vado avanti, più che posso. Incontro gli studenti, perchè un domani saranno loro imprenditori o operai. Basta pensare solo al profitto. La vita umana non ha prezzo”. E ancora: “Io parlo con mia figlia, le mando i messaggini sul suo numero che non ho mai disattivato, le invio le foto del suo bimbo che cresce”. Non trattiene le lacrime, la mamma di Luana, quando si avvicina a quelle bare. E si indigna ancora di più quando pensa “alla quotidiana incoscienza che ci circonda”. “Anche stamani, venendo qui in autostrada, ho visto tantissima gente al cellulare. Basta. Bisogna avere rispetto per la propria vita e quella altrui”.

E Nardella: “Quella delle morti sul lavoro è una conta inaccettabile. Prima via Mariti, poi Suviana, poi Palermo: noi siamo veramente stanchi di ascoltare solo parole, sono stanchi i parenti delle vittime, e tutti coloro che si battono per una battaglia di civiltà". E ancora: ”Le bare che sono qui in piazza della Signoria sono un'immagine fortissima e inequivocabile, è un modo per dire basta davvero – ha aggiunto Nardella -. Il governo è in carica da quasi due anni e non ha approvato una misura davvero incisiva su questo tema. Noi vogliamo regole chiare che disciplino i cantieri, contro gli appalti e i sub appalti a cascata. Vogliamo che gli operai abbiano dei badge digitali e rigettiamo l’idea di una patente a punti per le aziende. Quanti punti vale una vita umana? Vergognoso che, pagando, si possano recuperare i punti. Le aziende responsabili di queste morti non devono più poter lavorare. Bisogna esser drastici per invertire la rotta. Da parte nostra, abbiamo firmato un accordo sui cantieri trasparenti e stiamo quasi per firmare un patto, storico, su tutti i cantieri di opere pubbliche. Vogliamo dimostrare coi fatti che combattere questa carneficina è possibile”. Non manca poi una stoccata all’avversario Schmidt. “Vergognoso che faccia campagna elettorale coi morti di via Mariti”, attacca Nardella. E ancora: “I controlli in materia di lavoro non li deve fare il Comune, ma gli ispettorati del lavoro, le Asl, le strutture ministeriali dello Stato”.

“Abbiamo chiesto al governo di inasprire le pene ma soprattutto di liberare risorse per fare prevenzione, per aumentare gli ispettori, per assumerli. Ci hanno detto che non ci sono le risorse e noi abbiamo replicato che ci sono due miliardi di euro che ogni anno il bilancio dell'Inail non consuma e che dovrebbero essere utilizzati per fare prevenzione”, è intervenuto il segretario organizzativo Uil nazionale, Emanuele Ronzoni. “Gran parte degli incidenti avvengono - ha proseguito, - perché il sistema degli appalti e dei subappalti a cascata non permette più il controllo della situazione per cui è una questione che riguarda soprattutto il profitto. Noi ribadiamo che una vita vale più del profitto, ed il profitto non può essere superiore a qualunque vita”.

Come confermano i dati più recenti, le morti sul lavoro sono in aumento: a fine marzo 2024 sono cresciute del 2% dall'anno precedente, con incidenze molto alte tra gli over 65 e i lavoratori stranieri.

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