Firenze, 29 giugno 2025 – È andata avanti fino a notte fonda la perquisizione nella villa di Celeste Pin, dove lo scorso 22 luglio il suo corpo privo di vita è stato ritrovato dal figlio in seguito a quello che era stato etichettato come un suicidio.
Ma, dopo la denuncia dell’ex moglie, Elena Fabbri, dubbiosa sul gesto dell’ex calciatore, i poliziotti del commissariato di Rifredi, sono tornati nell’abitazione di via dei Massoni per acquisire ricette mediche e farmaci, computer e vecchi telefoni, rendiconti bancari, documenti patrimoniali, polizze.
Tutto questo sarà utile per incrociare ciò che verrà fuori dai dati contenuti nel telefono di cui l’ex moglie e il figlio maggiore Jonis, tramite l’avvocato Mattia Alfano, hanno sollecitato un controllo approfondito.
Chiesta, e disposta, anche l’autopsia: domani mattina, il medico legale Rossella Grifoni riceverà l’incarico dal pubblico ministero Silvia Zannini, titolare del fascicolo, senza indagati, aperto con l’ipotesi di omicidio colposo.
La Fabbri ed il figlio faranno partecipare alle operazioni (che cominceranno domani pomeriggio con un tac e proseguiranno la mattina di giovedì 31 luglio con l’autopsia) un proprio consulente, il dottor Roberto Chiarugi. Nessun esperto è stato invece nominato dall’avvocato Massimiliano Manzo che assiste la seconda consorte, Gloria Medina, e la terza figlia di Pin, minorenne. “Il nostro intento è quello di lasciare lavorare al meglio la procura e gli investigatori - ribadisce il legale - auspicando che la vicenda, per rispetto del dolore dei familiari e di una figlia ancora minorenne, possa avere minore risonanza mediatica”.