REDAZIONE FIRENZE

Mickey Spillane, l’America in purezza

Frase 1: La parte più importante di una storia è la sua conclusione. Nessuno legge un libro per sapere cosa...

Frase 1: La parte più importante di una storia è la sua conclusione. Nessuno legge un libro per sapere cosa...

Frase 1: La parte più importante di una storia è la sua conclusione. Nessuno legge un libro per sapere cosa...

Frase 1: La parte più importante di una storia è la sua conclusione. Nessuno legge un libro per sapere cosa racconta nel mezzo. Viene letto per arrivare alla fine. Se è un libro che si abbandona, non ne compreranno più. La prima pagina vende quel libro. L’ultima pagina vende il tuo prossimo libro". Frase 2: Non avrei mai pensato che da tutti i miei scritti sarebbe nato qualcosa di grande. Ho sempre scritto il genere di cose che mi piace leggere.

Queste parole sono il manifesto del newyorchese Mickey Spillane, uno dei padri, assieme a Dashiell Hammett e Raymond Chandler, del genere narrativo hard-boiled, un’espressione colloquiale di solito riferita a un uovo sodo (letteralmente: bollito fino a diventare duro). E’ nei meravigliosi anni Venti-Trenta del Ventesimo secolo, quando Hammett inventa Sam Spade e Chandler lo evolve in Philip Marlowe, classici detective hard boiled freddi e irriverenti, che non si limitano a risolvere i casi ma affrontano il pericolo in prima persona, rimanendo coinvolti anche in scontri violenti. Accanto a loro, meno amato dalla critica ma non dal pubblico, Spillane crea l’investigatore privato Mike Hammer. Come sempre, i numeri spiegano tutto e così spiegano anche chi sia stato Spillane: nel 1951 aveva scritto i tre gialli più venduti di tutti i tempi e, secondo le stime odierne, i suoi 26 libri hanno venduto oltre 200 milioni di copie.

Hammer è un personaggio estremamente figlio del suo tempo borderline, violento e maschilista, e Spillane – nato nel 1918 e scomparso nel 2006 – si vantava di essere l’autore più tradotto al mondo dopo Lenin, Tolstoj, Gor’kij e Verne, ma aggiungendo con gelido sarcasmo che "la differenza è che loro sono morti". Il libro "I, the jury" ("Io, la giuria" tradotto in Italia con "Ti ucciderò") è scritto nel 1947 ed è anche un ferocissimo ritratto della società americana di quegli anni, dove Hammer vuole vendicare l’omicidio di un vecchio compagno dell’esercito. Quel romanzo si conclude con tre parole che sono considerate una delle conclusioni più famose – e indimenticabili – di tutta la narrativa gialla.

Molto prima di Mario Puzo, Stephen King e John Grisham, molto prima dei bestseller, c’è stato Mickey Spillane. E, a leggerlo ora, nella società delirante di oggi, si nota quanto sia molto meno datato di quel che si possa immaginare.

Mickey Spillane

Ti ucciderò TimeCrime