Rimane in carcere il 45enne di origine tunisina accusato di aver massacrato la moglie con una roncola sabato scorso nella loro abitazione sulle colline di Fiesole. Lo ha deciso la gip di Firenze, Angela di Girolamo, che ieri ha convalidato l’arresto. L’uomo – assistito dall’avvocato Giulio Parenti – durate l’interrogatorio di garanzia ha risposto alle domande che gli sono stati poste, fornendo una sua versione dei fatti, che tuttavia non ha convinto il giudice. È invece in coma farmacologico la moglie Sofia, 43 anni di Fiesole, che rimane in gravissime condizioni a causa delle decine di colpi inferti al collo, sulla testa, e su schiena e petto.
Secondo quanto ricostruito, i due stavano attraversando un periodo turbolento della relazione. E la notte di sabato, dopo l’ennesima discussione, l’uomo sarebbe esploso in una furia cieca. Afferrato la falce di una trentina di centimetri si è scagliato contro la coniuge, colpendola ripetutamente con forza. All’arrivo dei soccorsi, le sue condizioni sono apparse subito drastiche: ha perso molto sangue, e le ferite riportate, in particolare quelle alla testa, hanno fatto subito pensare al peggio. Sofia lotta tra la vita e la morte all’ospedale di Careggi, mentre il marito è accusato di tentato omicidio e recluso nel carcere di Sollicciano.
Cosa è successo quella notte per provocare un gesto simile? Il fratello del 45enne avrebbe raccontato di una lite per futile motivi degenerata nella violenta aggressione. Mentre i genitori della vittima, intervistati nei giorni scorsi dal nostro giornale, hanno delineato i contorni di un rapporto a dir poco complicato, dove ha sempre pesato molto la distanza culturale tra i due. In particolare, il marito avrebbe più volte contestato lo stile di vita della moglie e preteso delle regole di educazione più rigide per le due figlie piccole.
A dare l’allarme la notte scorsa è stata proprio la madre di Sofia, che dopo aver sentito le urla della figlia è salita al piano rialzato del complesso di case immerso tra i campi e boschi. Lì ha trovato la 43enne in una pozza di sangue e il marito con la roncola in mano. È scattato subito l’allarme: dalla casa attigua è arrivato il padre. I due hanno cercato di tamponare i profondi tagli e hanno avvertiti i soccorsi.
Sul posto sono intervenuti per primi i soccorritori della Misericordia di Campo di Marte. Le manovre per rianimare la donna si sono rivelate più difficile del previsto, sia per la posizione in cui era il corpo, sia per il molto sangue perso e le gravissime condizioni in cui versava. A breve distanza sono sopraggiunte tre gazzelle dei carabinieri, che hanno arrestato l’uomo in flagranza di reato e sequestrato l’arma utilizzata. La donna è stata trasportata al pronto soccorso di Careggi, dove si trova in prognosi riservata e in pericolo di vita. Il 45enne non risulterebbe avere precedenti, e non sarebbero emerse denunce per maltrattamenti o violenze a suo carico da parte della moglie.
I carabinieri, coordinanti dalla pm Alessandra Falcone, in queste ore stanno sentendo amici e parenti della donna, per delinera al meglio i punti oscuri della vicenda. La chiave per avere un quadro più chiaro della situazione potrebbe arrivare nei prossimi giorni dai telefoni dei due. Le due figlie piccole, per il momento, sono state affidate alla nonna materna.
Pie.Meca.