Lupi in Toscana, la mappa degli avvistamenti. L'esperto: “Ecco perché si avvicinano alle città”

E Federcaccia lancia una ricerca per monitorare il preoccupante fenomeno della predazione dei lupi verso i cani: “Segnalate gli attacchi subiti”

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Firenze, 22 febbraio 2023 - In Toscana sono sempre più frequenti gli avvistamenti di lupi anche vicino alle aree antropizzate e questo, al netto del già grave problema dei continui attacchi cui è soggetto il bestiame con danno per gli allevatori e ricadute sulla filiera zootecnica e casearia, preoccupa anche i comuni cittadini. Vuoi per l’emergere di segnalazioni di attacchi anche agli animali d’affezione (gatti e cani), vuoi perché il lupo, piaccia o non piaccia, è un predatore, e da tale giustamente si comporta: insomma, il pensiero di incontrare un branco di lupi mentre si fanno due passi nella campagna accanto al paesello, legittimamente intimorisce. Giusto per citare qualche caso di cronaca, tra i più recenti, settimana scorsa sono stati avvistati lupi a pochi passi dal liceo Gobetti Volta di Bagno a Ripoli, ieri alle porte di Lucca, lo scorso mese a Pieve al Toppo, frazione tra Arezzo e Civitella in Val di Chiana. Ma quello dell’avvicinamento alle case è un fenomeno che sta davvero incrementando o è effetto dell’esposizione mediatica? Quali sono i numeri reali in Toscana? “I dati specifici per la Regione Toscana risalgono al 2016, con l’ultimo monitoraggio sul campo, per il quale la Regione Toscana aveva dato incarico a un organismo interuniversitario, il Cirsemaf, coordinato dal professor Marco Apollonio, in cui è stata accertata la certezza di 110 branchi – illustra il dottor Luca Mattioli, responsabile della Task force sul lupo attivata dalla Regione, cui è possibile segnalare avvistamenti via mail a [email protected] o con un messaggio Whatsapp al 3666817138 –Sarebbe tuttavia meglio utilizzare il termine unità familiari, per quanto riguarda l'Italia, perché qui il branco è fatto da genitori e figli, a differenza di altre realtà come il Nord America dove i gruppi sono ben più numerosi. Data una dimensione media di 4-5 individui a famiglia, e considerando anche una certa percentuale di individui che non vivono in branco, la popolazione del 2016 fu stimata in 530 individui. Chiaramente riteniamo che oggi ce ne siano di nuovi, però, in assenza di rilevazioni più recenti, non sappiamo esattamente quanti”. Dati più freschi si hanno solo a livello statale: “C'è poi stato il monitoraggio nazionale di Ispra (Istituto sperimentale di proiezione e ricerca ambientale) che stima 3300 individui al 2020, però, per meccanismi di rilevamento statistico, non ci sono dati disaggregati per le Regioni – continua il dottor Mattioli – È chiaro che 3300 lupi in tutta Italia, sembra una stima molto prudente, considerando i 530 che erano stati stimati solo in Toscana”. A cosa sono dovuti i sempre maggiori avvistamenti vicino agli insediamenti umani? “Il saldo demografico è positivo – spiega l’agronomo – Nascono più lupi di quanti ne muoiono. I lupi vivono in famiglia e ogni famiglia ha un territorio, dove non vuole che si formi un'altra famiglia. Queste famiglie non possono crescere all'infinito: rimangono mediamente di 4 o 5 lupi, perché le nostre prede non sono molto grosse: la preda standard dei lupi sono caprioli e giovani cinghiali. Se la famiglia aumenta troppo, qualcuno va a letto senza cena. Gli individui che non riescono a nutrirsi a sufficienza lasciano perciò la famiglia per fondarne un'altra. Visto che i territori migliori sono tutti già occupati, i nuovi branchi si formano in quelli che rimangono, ovvero, quelli più prossimi agli insediamenti urbani”. “Questo fenomeno, prima che per i lupi, è accaduto anche per gli ungulati: anch'essi si sono progressivamente avvicinati alle città – aggiunge l’esperto – C'è un fenomeno di inurbamento della fauna che è globale, non solo toscano o italiano. La fauna selvatica tende sempre più ad occupare anche aree vicine agli insediamenti umani per lo stesso motivo. Una volta l'uomo, quando aveva fame, cacciava; oggi c'è più rispetto della fauna, perciò gli animali aumentano e si avvicinano agli insediamenti umani. Lo vediamo con i problemi dei cinghiali che si sono avvicinati anche alle grandi città: Firenze, ma ancora di più a Roma o Genova. Ovviamente essendoci prede naturali, anche i lupi trovano condizioni di sopravvivenza alimentare favorevoli anche in aree urbanizzate, ma questo pone nuovi problemi”. Quanto questo progressivo avvicinamento all’uomo è dovuto all’ibridazione con i cani, animali domesticati abituati da millenni alla convivenza con l’essere umano? “L'ibridazione è un fenomeno che c'è in Italia, ma non c'è nulla in letteratura scientifica che dimostri che l'avvicinarsi alle aree urbane dipenda dall'ibridazione. Anche perché i lupi ibridi che abbiamo qui sono spesso il frutto di episodi avvenuti diverse generazioni fa. L'ibridazione c'è, ma non è il motore principale di questo avvicinamento”. Con l’approssimarsi del lupo alle attività antropiche, a rischiare sono anche i nostri amici a quattro zampe. Non solo quelli di allevamento, ma anche quelli domestici. Lo scorso mese il caso un cane da guardania è morto in servizio, sbranato nelle campagne di Pontassieve mentre difendeva, fino all’ultimo respiro, il proprio gregge. Ma a essere predati sono anche gli animali nel giardino davanti a casa, come è successo quest’estate a Callaro, località nel comune di Marliana in provincia di Pistoia, dove Pippetto, un meticcio di una decina di chili, è stato mangiato vivo da un lupo, sotto gli occhi del padrone che ha fatto appena in tempo ad affacciarsi alla finestra. Proprio per monitorare il fenomeno il Coordinamento nazionale cacciatrici di Federcaccia ha avviato una ricerca sulle predazioni verso cani: «Stiamo raccogliendo i casi avvenuti di predazioni da parte dei lupi su tutti i cani, non solo da caccia, ma anche da guardiania, tartufo e da compagnia – spiega Elisa Mazzei, vicepresidente regionale dell’associazione e referente del coordinamento per la Toscana – Si possono segnalare anche i casi di predazione fortunatamente non andate a buon fine. I dati verranno poi presentati al ministero dell'Ambiente perché prenda atto della situazione e ci dia delle risposte. Non vogliamo proporre una soluzione, ma sottoporre agli organi competenti dello Stato una situazione reale. In caso di episodi, per partecipare al censimento, è necessario compilare il questionario al link http://bit.ly/QuestionarioSullaPredazione Se si riscontrano difficoltà nella compilazione del questionario, si può contattarmi alla mia email [email protected] “.

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