di Marianna Grazi
"Sto cercando di togliere il toglibile". Finisce così uno degli ultimi reel che ha pubblicato su Instagram, indicando prima una serie acquisti (superflui e magari inquinanti) che non farà questa estate, nonostante siano magari super sponsorizzati da influencer come indispensabili. Silvia Moroni è una content creator di Pescia, divulgatrice esperta di sostenibilità ambientale e sociale. "Cerco di far riflettere le persone sull’impatto che le azioni quotidiane hanno sull’ambiente e sulla società". Un lavoro che porta avanti, con tono divulgativo unito all’intrattenimento, da cinque anni sulla pagina “Parlo Sostenibile“. "Sono una ottimista razionale: il mondo non sta finendo, ci sono problemi ma problemi che si possono risolvere", afferma col sorriso. Silvia, pensa che sia utile parlare di questi temi fuori dai canali istituzionali?
"Certo, ma in realtà io ne parlo perché c’è un urgenza nel mondo che si chiama cambiamento climatico. Che sempre più sta dando i suoi brutti frutti nella quotidianità. Da soli non possiamo fare tutto, c’è bisogno della parte istituzionale, delle aziende. Si fa un fronte comune per affrontare un problema che riguarda tutti".
Da dove partire per essere più sostenibili nel nostro quotidiano?
"La scienza ci indica le azioni individuali più efficaci: mangiare plant based e limitare gli sprechi alimentari per ridurre emissioni e consumo di risorse; migliorare l’efficienza energetica e l’isolamento termico delle abitazioni; utilizzare lampadine a LED; e dove possibile, preferire i trasporti a minor impatto come piedi, bicicletta, mezzi pubblici e treni, evitando l’uso frequente dell’automobile".
Parlando di ferie, come rendere i viaggi più green?
"Evitare posti overturistici, soprattutto in alta stagione, e prediligere luoghi meno battuti o periodi meno affollati. Usare i mezzi pubblici, optare per cammini o ciclo cammini e scegliere agriturismi, alberghi sostenibili o strutture ricettive in luoghi rivitalizzati. Infine, scoprire la cultura gastronomica locale attraverso mercati contadini, ristoranti con cucina tradizionale e prodotti a km 0, contribuendo così all’economia del territorio. E poi viaggiare leggeri".
Cioè?
"Leggeri di vestiti e vivendo un po’ più l’esperienze senza sentirsi in dovere di fare quello che si vede sui social, oppure dietro un ideale che poi non esiste. Diciamo tra il rilassarsi e il lasciar andare".
Toscana e sostenibilità: come va la nostra regione?
"Abbiamo diverse realtà virtuose in vari settori, dalla raccolta differenziata al riciclo, ad esempio nel distretto tessile di Prato. A livello gastronomico c’è attenzione alla carne bovina che potrebbe essere un po’ più limitata ma ci sono tante cose innovative, dalle coltivazioni di spirulina, quest’alga superfood, a quelle idroponiche di pomodori. Ci sono aziende vinicole che sono nel circuito dell’agricoltura biologica o a ridotto impatto ambientale. E poi a livello istituzionale c’è un risveglio degli amministratori per quanto riguarda la volontà di coinvolgere i cittadini, di fare divulgazione".
Come vede il futuro?
"Credo che l’aspetto dello sviluppo sostenibile sarà la direzione da seguire sempre di più, è un processo che continuerà. Quella della sostenibilità non è una moda passeggera".