L’attentato in via dei Georgofili, da Meloni al Capo di Stato: Firenze capitale dell’antimafia

“Memoria che non si cancella”. Le massime autorità al palazzo di giustizia. Stretta di mano con i parenti delle vittime. E in prefettura riceve dai giornalisti de La Nazione la pubblicazione sui fatti del 1993.

Sergio Mattarella con Luigi Dainelli, presidente dell'associazione delle vittime della strage

Sergio Mattarella con Luigi Dainelli, presidente dell'associazione delle vittime della strage

Firenze, 28 maggio 2023 – "Nessun fiorentino, nessun italiano, potrà mai dimenticare la strage dei Georgofili. Così come nessuno potrà mai cancellare dalla memoria quegli anni così difficili per la nostra nazione, segnati da altri sanguinosi attentati e stragi. Il governo rivolge il suo pensiero commosso a tutti i famigliari delle vittime e rinnova il suo ringraziamento ai servitori dello Stato che, spesso nell’ombra e tra mille difficoltà, hanno lottato e lottano contro la mafia. E che con il loro instancabile lavoro avvicinano sempre di più il definitivo tramonto della criminalità organizzata". Parole della premier Giorgia Meloni, pronunciate nel giorno in cui i riflettori sono puntati su Firenze: c’è il Presidente della Repubblica Mattarella, all’evento organizzato al Palagiustizia di Novoli, a chiudere una settimana ricca di commemorazioni.

Mai come quest’anno, il sentimento di verità si era percepito così forte. E non è solo “merito“ della cifra tonda che ci separa dall’esplosione del Fiorino caricato con una micidiale miscela di esplosivi civili e militari. Gli sviluppi giudiziari e una rinnovata voglia di chiarezza su una stagione del nostro recente passato, han fatto sì che quella pagina non finisse nel dimenticatoio. Anche La Nazione, testimone di quei fatti tragici, costati la vita dei quattro componenti della famiglia Nencioni (Fabrizio e Angela e le piccola Nadia e Caterina) e dello studente Dario Capolicchio, ha contribuito alle commemorazioni. Ieri, il Presidente Mattarella ha ricevuto in dono dal vicedirettore Luigi Caroppo e dalla capocronista Erika Pontini, il volume che il giornale ha realizzato e dedicato proprio alle vittime più giovani della violenza della mafia stragista, Nadia e Caterina appunto.

L’arrivo di Mattarella in città, nel pomeriggio, è stato l’ultimo acuto di una settimana che venerdì notte, alle 1.04, ha vissuto il suo momento più alto e toccante.

La cerimonia del palagiustizia ha pure emozionato (il Capo dello Stato ha incontrato e stretto la mano di Luigi Dainelli, presidente dell’associazione delle vittime dei Georgofili), ma ha anche "ufficializzato", davanti a chi indaga oggi (i pm Luca Turco e Luca Tescaroli) e chi lo ha fatto ieri (Giuseppe Nicolosi, Alessandro Crini, Giuseppe Quattrocchi e Giuseppe Creazzo), che quella "torbida alleanza di forze" di cui, nel 2002, Gabriele Chelazzi e Piero Luigi Vigna parlarono anche alla commissione parlamentare d’inchiesta, non può più restare nell’ombra. "Le stragi - ha detto il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo - rivelavano dei segni criminosi difficilmente riconducibili solo alle strategie tipiche di un’organizzazione mafiosa sia pure raffinata e complessa come sosa nostra, quella matrice eversiva avrebbe assunto significati ancor più chiari con gli attentati Roma e Milano".

"La strage dei Georgofili è un punto di riferimento della reazione civile e della capacità della Giustizia di... fare giustizia - ha detto il presidente della Regione Giani fuori dal palagiustizia -. Per questo a trent’anni di distanza, in un’attenzione che è sempre crescente, la presenza del presidente della Repubblica al Palazzo di Giustizia di Firenze è veramente il suggello della reazione e del contrasto alla mafia, alla criminalità organizzata, della lealtà nel rapporto fra cittadini ed istituzioni che costituisce l’antidoto più efficace contro le mafie".

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro