ANDREA SETTEFONTI
Cronaca

La sfida degli chef senza frontiere. Così l’integrazione si fa a tavola

Gara culinaria tra migranti. I piatti valutati da esperti. e da una giuria popolare. Successo per la serata.

Il momento della premiazione dopo la sfida all’ultimo piatto tra due squadre di richiedenti asilo

Il momento della premiazione dopo la sfida all’ultimo piatto tra due squadre di richiedenti asilo

Le radici di un cultura dentro al piatto, come la panzanella toscana e il cous-cous senegalese. L’integrazione è un spirito che si coltiva anche a tavola. Come hanno pensato i Comuni di San Casciano e Barberino Tavarnelle con la serata giocosa divertente ’Chef senza frontiere’, promossa e organizzata dai progetti Sai in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. Un contest vero e proprio che ha lanciato una sfida all’ultimo piatto tipico che ha coinvolto due squadre, la rossa guidata da Serigne Gueye e la blu con Abdoul Salam Djebre: ciascuna è avvalsa delle passioni e delle competenze degli ospiti del Sai, dei giovani della Consulta di San Casciano e del Forum Cittadini Insieme.

La gara culinaria è stata valutata da una giuria tecnica, composta da esperti di cucina, chef e amministratori comunali e da una giuria popolare ovvero 180 cittadini che ha tenuto conto di tecnica di esecuzione, gusto e armonia sensoriale e presentazione estetica. Sulla tavola dei giurati hanno sfilato i sapori del Senegal, della Romania, del Burkina Faso, della Toscana. E soprattutto ha sorpreso l’esito della competizione allestita nel tendone del Parco del Poggione. I due tram hanno totalizzato lo stesso punteggio: 168 preferenze. I piatti sono stati degustati e valutati dallo chef Matia Barciulli, dal cuoco Samir, dal sindaco Roberto Ciappi, dalla vicesindaca Martina Frosali e dall’assessore alle politiche per l’integrazione Duccio Becattini. I piatti più votati sono stati la panzanella, il couscous a base di miglio, il Mafé, un piatto tipicamente senegalese, utilizzato nelle occasioni di festa e nei matrimoni, il Biryani, del Burkina Faso, le beignets senegalais e la placinta dobrogeana della Romania. Presente anche Marco Bruni, responsabile dei progetti Sai. La gara culinaria ha concluso la rassegna di eventi partita dal Parco del Mocale a Tavarnelle con una tappa intermedia a San Pancrazio di una iniziativa costruita da una sinergia che lavora sui temi dell’integrazione.

Andrea Settefonti