
In corso di identificazione i manifestanti che hanno lanciato pietre contro gli agenti e cercato di accedere allo stabilimento. Nel mirino pure gli studenti che hanno tentato di sfondare i blocchi al Consolato Usa.
di Pietro Mecarozzi
Una ventina di appartenenti al mondo antagonista di Firenze. Volti noti alle forze dell’ordine. Già frequentatori di case occupate. Sono loro, nel corso della manifestazione di lunedì, ad aver lanciato sassi contro lo stabilimento della società Leonardo e contro gli agenti di polizia. Alcuni, secondo quanto emerge, avrebbero anche tentato – senza però riuscirci – di introdursi nel cortile dell’azienda, piegando il primo ’strato’ di ringhiera che perimetra l’area. L’intervento della polizia, oltre a una rete elettrica, ha impedito al gruppo, piuttosto numeroso, l’accesso. La maggioranza dei manifestanti ha condannato l’accaduto e in molti si sono avvicinati al fronte più ‘caldo’ invitando chi stava danneggiando la recinzione a smetterla. La digos di Firenze è sulle loro tracce. In queste ore gli investigatori di via Zara stanno passando al vaglio le riprese fatte dagli agenti impiegati sul posto e le immagini delle telecamere di videosorveglianza disposte lungo il percorso battuto dal corteo per Gaza, partito dalla rotonda davanti al casello di Calenzano e diramatosi fino a tarda sera nelle vie di Firenze. Avviati anche gli accertamenti per verificare se il deltaplano in volo sul corteo fosse autorizzato o potesse comunque a qualche titolo sorvolare l’area della manifestazione, in particolare sotto il profilo delle ragioni di sicurezza pubblica. Verosimilmente verrà coinvolta l’Enac, l’ente nazionale preposto all’aviazione civile, per chiarire il punto.
Passaggio cruciale è stato anche quello al consolato Usa sul Lungarno Vespucci, osservato speciale anche in considerazione dei precedenti scontri avvenuti a febbraio del 2024 durante un’altra manifestazione pro Palestina. Lì, stando a quanto raccolto, diverse decine di studenti del liceo Machiavelli Capponi, iscritti al collettivo K1, avrebbero tentato di scavalcare le transenne che dividevano il lungo corteo dall’edificio a stelle e strisce, e solo l’intervento di alcuni agenti avrebbe scongiurato il blitz. Per il primo gruppetto di facinorosi, il reato ipotizzato sarebbe quello di danneggiamento. Mentre per gli studenti si delinea quello di resistenza a pubblico ufficiale.
Casello di Calenzano e autostrada A1 bloccati, diecimila manifestanti (cinquemila secondo la Questura), tensione davanti alla Leonardo e il caso del volo di un deltaplano interpretato come richiamo all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, con successiva smentita del protagonista ("Non c’entra nulla"). La marcia di lunedì ha portato con sé tutto questo e molto altro. Una maxi bandiera della Palestina è stata appesa anche sulla ’Ruota del tempo’, l’opera dell’artista israeliano Dani Karavan posizionata proprio sulla rotonda di fronte al casello autostradale A1, luogo di ritrovo.
Sul caso del deltaplano, è intervenuto il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani: "Provo una pena profonda per quegli sciacalli che hanno inventato questa storia assurda per infangare Carlo – l’uomo a bordo del mega aquilone – e per delegittimare una bellissima manifestazione. Il consiglio direttivo dell’associazione unione speleologica Calenzano OdV, esprime "solidarietà al proprio socio fondatore Carlo Berni, ingiustamente vittima di un gravissimo linciaggio mediatico apparso sui social da parte di alcuni utenti non ben informati. Qualsiasi persona che conosca Carlo può testimoniare il suo convinto pacifismo e la sua totale estraneità a qualsiasi giustificazione di atti violenti", si legge ancora.