PAOLO GUIDOTTI
Cronaca

La chiesa terremotata torna a nuova vita

Riaperta la Badia di Santa Maria di Vigesimo dopo i danni della scossa nel 2019 "Ora è più bella di prima".

È stato un pomeriggio importante per Barberino, un pomeriggio di festa. Perché dopo oltre cinque anni la Badia di Santa Maria di Vigesimo – "una delle più belle chiese del Mugello", dice con orgoglio il parroco -, è stata riaperta. Era stata gravemente ferita, con lesioni che l’avevano resa inagibile, dalla scossa del 9 dicembre 2019, magnitudo 4.5, che provocò gravi danni soprattutto nel centro storico barberinese. Particolarmente colpite furono le chiese, così come il municipio, l’ufficio postale e numerose abitazioni, tutte sgomberate. La Badia di Vigesimo è stata una delle ultime ad essere recuperate e restaurate, comprese gran parte delle decorazioni. E si è consolidato il campanile, che versava in condizioni piuttosto critiche. Ieri, tra i tanti barberinesi presenti alla cerimonia di riapertura, molti lo dicevano: "E’ più bella di prima". Si sono spesi 383mila euro. E all’inaugurazione c’era il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Una presenza non di rappresentanza, ma doverosa, perché è grazie alla Regione che Barberino ha potuto, nel giro di pochi anni, avere nuovamente agibili i propri luoghi di culto. Per questo il parroco don Stefano Ulivi lo ha ringraziato con calore, e lo stesso Giani lo ha sottolineato, tornando con la memoria a quella messa della notte di Natale che il cardinale Betori, allora Arcivescovo di Firenze, celebrò nella palestra della scuola.

"Barberino era rimasto senza chiese – ha detto Giani – e per questo pensai, dobbiamo provvedere anche ai luoghi di culto, perché sono parte essenziale della vita di una comunità. E non potendo intervenire con i fondi della Protezione Civile abbiamo trovato il modo di farci carico dei restauri". Di origini antichissime, fin dall’undicesimo secolo, poi nel ‘700 ricostruita in stile barocco italiano, la Badia barberinese è assai legata alla vita della comunità locale, e molti hanno lì celebrato le nozze. Anche adesso, spiega don Stefano, sarà utilizzata soprattutto per la preghiera mariana, per matrimoni e battesimi. P.G.