
Accolto il ricorso dei legali di Alfonso D’Eugenio. Indagini non ancora chiuse
Alfonso D’Eugenio, amministratore - oggi non più in carica - della Rdb Ita spa, l’azienda della provincia di Teramo che ha progettato e realizzato la trave che, crollando, uccise cinque persone nel cantiere di via Mariti, non è più agli arresti domiciliari. Lo ha deciso ieri pomeriggio la Cassazione, a cui D’Eugenio, con i suoi avvocati Sigfrido Fenyes e Fabrizio Acronzio, aveva fatto appello contro due ordinanze di custodia cautelare: quella del gip, poi ribadita dal tribunale dal Riesame. Il ricorso s’incentrava sull’insussistenza delle esigenze cautelari in ragione di tre elementi: la distanza temporale dai fatti (per D’Eugenio era stata presentata richiesta di arresto un anno dopo la tragedia del 16 febbraio 2024), le dimissioni dalle sue cariche in seno alla Rdb Ita spa e alla ’gemella’ Italprefabbricati, la nomina di un amministratore giudiziario da parte del tribunale fiorentino per queste due imprese.
Nel frattempo, l’inchiesta sulle morti nel cantiere dove si stava costruendo un nuovo supermercato Esselunga non sono ancora concluse. Gli indagati sono tre. Nie giorni scorsi, i pm Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone hanno ottenuto l’aggravamento della misura nei confronti di un altro indagato, l’ingegnere Carlo Melchiorre. L’ex responsabile dell’ufficio calcoli della Rdb Ita, avrebbe proseguito la sua attività professionale nonostante il divieto di svolgerla imposto dal tribunale di Firenze. Una violazione che gli è costata il carcere. Nei confronti degli indagati, i pm ipotizzano l’omicidio colposo dei cinque operai deceduti nel crollo (Luigi Coclite 60 anni, Mohamed Toukabri 54, Mohamed El Farhane, 24, Taoufik Haidar, 43, e Bouzekri Rahim, 56) e le lesioni colpose a carico dei tre muratori rumeni scampati alla tragedia.
E’ nello stabilimento abruzzese che, secondo le risultanze investigative corroborate da una superconsulenza dell’ingegner Stefano Podestà, si sarebbero concentrati errori di progettazione e leggerezze produttive. In parte dettati dalla fretta imposta dai continui solleciti che avrebbe esercitato la committente per colmare i ritardi nella realizzazione del supermercato, in parte per l’inadeguatezza dell’impresa, sempre secondo gli investigatori della Squadra mobile, a progettare una struttura così complessa come il supermercato Esselunga.
ste.bro.