
Nella foto di repertorio, uno dei tanti arrivi di migranti trasportati in uno dei porti italiani
L’inchiesta, poi i processi durati oltre sette anni per arrivare a stabilire che era stata ingiusta l’esclusione dalle gare di appalto indette dalla prefettura per l’accoglienza ai migranti a Sovicille e Monticiano delle società ’Cassiopea’ e ’Gabriella’, in quanto le offerte sarebbero risultate imputabili ad un unico centro decisionale, Guido Pacchioni. Che per questa accusa – turbativa d’asta, unitamente ad auto-riciclaggio e anche calunnia – è invece stato definitivamente assolto con formula piena. "Il fatto non sussiste", la sentenza pronunciata dai giudici di appello di Firenze giovedì 3 luglio. Disposta anche la revoca del sequestro di quote e immobili fino a 2 milioni, finalizzata alla confisca. Era stato condannato nel 2021 a 2 anni e 3 mesi per turbativa d’asta e auto riciclaggio, più altri due per calunnia. Quindi, nell’aprile 2024, l’annullamento con rinvio alla corte di appello da parte della Cassazione che riapriva la partita giudiziaria. Ora definitivamente conclusa con l’assoluzione di Pacchioni che era difeso dall’avvocato Vincenzo Martucci di Firenze con il collega Duccio Campani di Siena che ha seguito il giudizio di rinvio dopo l’annullamento della condanna a 4 anni e 3 mesi. L’imprenditore senese era presente in aula e si è visibilmente commosso alla lettura della sentenza.
"E’ stato un iter giudiziario lunghissimo e molto difficile", dice l’avvocato Martucci. Basta pensare che Pacchioni finì ai domiciliari nel maggio 2018 dopo il blitz della Finanza che aveva acceso i riflettori sulle offerte per l’accoglienza ai migranti. "Alla fine abbiamo ottenuto il risultato auspicato dal primo momento, quando c’erano domiciliari in corso, i sequestri e tutto sembrava molto difficile. E che non sarebbe stato scontato venirne a capo. Dopo tutti i processi – conclude Martucci – si è risolta la questione: nessun reato è stato commesso ed era ingiusta anche l’esclusione dalla gara di appalto".
Laura Valdesi