Firenze, 13 settembre 2023 – Generale, cinque indagati per il sequestro di Kata, zii compresi e indagini genetiche sui borsoni in cui la bambina potrebbe essere stata fatta uscire dall’ex Astor. È finalmente una svolta?
"No, non è una svolta ma è molto importante analizzare le tracce, probabilmente ematiche, e valutare reperti come i borsoni in sequestro per arrivare alla verità sulla scomparsa di Kata. Il tempo trascorso non deve trarre in inganno: ci può essere un legame, emerso in queste settimane, grazie alle testimonianze degli occupanti, dei genitori, alle intercettazioni, allo studio delle telecamere che adesso deve essere approfondito e riscontrato con analisi scientifiche".

Luciano Garofano, già comandante del Ris di Parma, il reparto d’elite dell’Arma nel campo delle indagini scientifiche, è il consulente della famiglia di Kata Chicllo Alvarez, inghiottita dal nulla il 10 giugno scorso.
Sono stati fatti intervenire i Crimini Violenti del Ros, i Gis con le termocamere, hanno divelto controsoffitti e intercapedini. Ma i carabinieri torneranno all’ex Astor. È possibile si cerchi ancora là dentro?
"Sì, ma non per cercare la bambina. Lì dentro lei non c’è".
E allora che cosa?
"Si cerca una traccia, anche biologica, un riscontro a elementi emersi nel corso delle indagini che, a questo punto, può diventare prova".
Una traccia biologica dice?
"Certo, ma non nelle stanze dove Kata stava abitualmente perchè lì c’è sicuramente. Isolarla in un altro appartamento può avere consistenza".
La procura parla di tracce forse di sangue nei lavandini di due stanze...
"Mi vengono dei dubbi: chi ferisce la vittima di un sequestro, lascia intonsa una traccia di sangue? Io l’avrei cancellata".
L’hanno prelevata l’11 giugno, all’indomani della sparizione. Possibile che non si sappia se è sangue?
"La traccia può essere stata individuata dal colore e dall’aspetto e potrebbe essere stata sottoposta a un primo test presuntivo sulla natura ematica ma per capire se si tratti di sangue umano, e a chi appartiene attraverso il test del dna, occorre fare analisi di laboratorio".
Solo attraverso lo strumento dell’accertamento irripetibile?
"Se la quantità è limitata sì, perché il nostro codice prevede che le parti siano avvisate, noi in quanto persone offese dal reato e i proprietari delle stanze, dove sono state trovate le tracce, in qualità di indagati".
Analisi genetiche anche nei borsoni. Le telecamere hanno inquadrato alcune persone che in concomitanza della sparizione della bambina escono dall’hotel con trolley grandi abbastanza per contenere la bimba. Ipotesi credibile?
"Se la bambina dentro l’ex Astor non c’è e le telecamere non la inquadrano mentre viene portata via, è possibile che sia stata fatta uscire dentro una valigia, un borsone".
Uccisa e messa in un borsone dunque?
"Questo non è affatto detto. La bambina può essere stata sedata perché non urlasse ma, in questo caso, parleremmo di un sequestro ben organizzato".
Lei sapeva di questi borsoni?
"Sapevo di borsoni portati al laboratorio dell’università di Firenze, non so se siano quelli ma ora saranno analizzati per cercare tracce ematiche o profili di dna. E io, ovviamente sarò presente".
Non le sembra strano portare via una bambina in un trolley e poi con la stessa valigia farci il trasloco dopo lo sgombero?
"Certo: io sequestro una bambina, la metto in un borsone e poi la valigia me la riporto a casa? Strano sì, ma nelle indagini mai dire mai".
Lei che idea si è fatto dopo tre mesi di mistero?
"Non ho un’idea precisa".
Kata è ancora viva?
"Per una serie di motivi che non posso rivelare confido che sia ancora viva ma non mi chieda perché".