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Cronaca

Incontro amarcord tra i banchi. Il maestro e Carlo Conti si ritrovano: "Era un bambino educato e serio"

Umberto Terzi, 99 anni, è stato l’insegnante del noto conduttore quando frequentava la primaria Matteotti. Il ’re’ di Sanremo: "Per me è un mito". Si sono rivisti a scuola: al docente è stata intitolata l’aula di informatica.

La foto pubblicata sui social da Carlo Conti insieme al maestro Umberto Terzi

La foto pubblicata sui social da Carlo Conti insieme al maestro Umberto Terzi

"Non li chiamo ex studenti, ma ‘amici scolastici’. Ci diamo del tu. Ora sono ingegneri, medici, imprenditori e personaggi famosi. Ma prima di tutto sono persone che hanno condiviso con me un importante pezzo di strada". Umberto Terzi ha 99 anni, ma quando parla della sua scuola e dei suoi ‘ragazzi’ ha la lucidità e la passione di un giovane maestro agli inizi. Tra i suoi ’amici scolastici’ ce n’è uno conosciuto da tutti ed è Carlo Conti, che ha rivisto l’altro giorno dopo molto tempo, per un’occasione speciale, nella loro vecchia scuola, la primaria Matteotti. È lì che per Terzi è iniziato tutto, nel 1959, quando per la prima volta entrò alla Matteotti. Da allora, per quasi trent’anni, quella scuola è stata casa sua.

E adesso l’istituto lo ha ricambiato intitolandogli l’aula di informatica. La cerimonia si è svolta mercoledì scorso tra tantissimi ex alunni, tra cui anche Carlo Conti: "Il nostro Signor Maestro, sempre lucido e attento (anche oggi!), ha insegnato con amore e con autorevolezza, stimolando la nostra curiosità e la nostra creatività. Un mito ieri come oggi!", ha scritto il conduttore sui social. E il maestro Terzi quasi si imbarazza: "Carlo è sempre tanto carino. Per me, rappresenta un grande e bel ricordo". Com’era Conti studente? "Era molto serio, riflessivo, educato. Davvero un ottimo alunno. E quel che poi è riuscito a fare ha solo confermato il suo valore umano". Il maestro Umberto, che ha saputo conquistare la stima e l’affetto di generazioni di alunni, ha avuto la capacità, col tempo, di mantenere meravigliosamente vivo quel legame.

"Sono tutt’ora in contatto con una cinquantina di loro, tra cui Carlo, appunto. Abbiamo dei gruppi Whatsapp. E ci sentiamo telefonicamente e via e-mail. Ma le cose più belle sono le nostre cene. Quando ci troviamo a tavola è una meraviglia. E speriamo a breve di festeggiare i miei 100 anni e i 50 di molti di loro". La scuola gli ha dedicato l’aula di informatica, perché il maestro Umberto è stato pioniere della didattica digitale. Tutto grazie a l suggerimento di un genitore: "Perché non prova a usare il computer?".

Erano gli albori degli anni ’80. "Non sapevo nemmeno cosa fosse un pc - sorride -. Quel padre ci portò un Commodore 64. Mi misi a studiare il Basic, poi cominciammo con un programma che si chiamava Logo, che permetteva ai bambini di costruire figure geometriche. Era un gioco, ma per farlo servivano tante conoscenze. E io imparavo insieme a loro". Alla fine a scuola arrivarono quattro macchine, con una stampante "antidiluviana, ma super moderna per l’epoca" e nacque un vero e proprio laboratorio. Carlo Conti, però, era già andato via. "Lui è stato mio alunno prima che avviassi quel progetto, ma se la sarebbe cavata alla grande, ne sono convinto".

Elettra Gullè