MONICA PIERACCINI
Cronaca

Il vertice delle piccole imprese: "Siamo noi il cuore del Paese"

Il Forum nazionale sul futuro delle Pmi da domani a Firenze: "Non perdere fiducia nel futuro"

Francesca Posarelli

Francesca Posarelli

FIRENZE Francesca Posarelli, presidente Piccola Industria di Confindustria Toscana: qual è il quadro attuale? "Reggono, ma con fatica. Il momento è molto complesso: i margini sono ridotti, i costi dell’energia e delle materie prime ancora elevati, e l’accesso al credito difficile. Il rischio concreto è che l’imprenditore rinvii gli investimenti, che perda fiducia nel futuro. Serve un sostegno vero, concreto, che tenga conto della specificità delle piccole imprese, che non hanno strutture interne in grado di seguire bandi o progettazioni complesse".

Cosa chiedono oggi le piccole imprese alla politica? "Tempo, fiducia, strumenti semplici. Non interventi a pioggia, ma politiche che guardino alla sostenibilità economica. È difficile parlare di transizione digitale o green quando si fa fatica a chiudere il mese. E c’è bisogno anche di una narrazione diversa: le imprese sono il cuore pulsante dei territori. Troppe volte ci si dimentica del loro ruolo sociale e occupazionale".

Il passaggio generazionale è uno snodo critico. Cosa non funziona? "Spesso viene affrontato troppo tardi. Nelle imprese familiari, la stragrande maggioranza, non è semplice mettere in discussione ruoli e strutture consolidate. Ma oggi i giovani arrivano con nuove competenze e sensibilità. È fondamentale riuscire a creare un dialogo tra le generazioni, preparare la transizione. Non possiamo pensare che basti ’passare le chiavi’ a un figlio. Servono percorsi strutturati, accompagnamenti, formazione. Il comitato per la Piccola Industria di Confindustria Toscana sta lavorando molto su questo, anche con gruppi di lavoro specifici".

I giovani però sembrano spesso lontani dal mondo manifatturiero. È ancora così? "Purtroppo sì, e questo è uno dei problemi più grandi. Bisogna lavorare sulla percezione. La manifattura oggi è molto diversa da quella degli anni Ottanta o Novanta: è innovazione, è design, è sostenibilità. Ma di tutto questo si parla ancora troppo poco. Dobbiamo costruire una narrazione nuova, che coinvolga le famiglie e il sistema scolastico. Non possiamo permetterci di perdere intere generazioni di giovani che potrebbero fare la differenza nelle nostre imprese".

Riusciamo a intercettare gli strumenti del Pnrr e dei bandi europei? "In parte, e con grande fatica. I tempi sono strettissimi, la burocrazia è complessa e spesso servono competenze specifiche che le piccole imprese non hanno al proprio interno. È il motivo per cui molte di loro rinunciano in partenza. E questo è un grande spreco. Servirebbero percorsi più semplici, strutture di supporto territoriale, bandi pensati per chi ha dieci, venti, trenta addetti".

Che ruolo può giocare Confindustria Toscana in questo contesto? "Fondamentale, offrendo strumenti di formazione, informazione e accompagnamento. La Toscana è fatta di imprese agili, resilienti, che però devono poter contare su una rete solida".

Monica Pieraccini