
L’Arno può diventare balneabile secondo l’Autorità di bacino
Un tuffo nelle acque dell’Arno che riporta indietro nel tempo e apre a riflessioni profonde sul futuro del fiume e sul rapporto con la città. I campioni del nuoto fiorentino sposano l’idea di un Arno più vivibile e magari anche balneabile, ma con tutte le cautele del caso. Le parole d’ordine? Rispetto per l’ambiente e interazione positiva tra il fiume e la città. Lo sottolinea Filippo Megli, bronzo mondiale in vasca corta nel 2024 e campione europeo a Roma nel 2022, prima di salire sull’aereo direzione Singapore alla conquista di altre medaglie mondiali: "Vengo dalla Rari Nantes, la società che è cresciuta e si è sviluppata grazie all’Arno, un fiume che ha sempre rappresentato un’opportunità di crescita per la città – rimarca con orgoglio –. L’idea è suggestiva e riporta alle origini: la condivido dal punto di vista storico e filosofico perché troppo spesso si tende a mettere in secondo piano le nostre risorse naturali, invece dobbiamo tornare ad apprezzarle". Un’operazione stile Senna a Parigi richiede però costi elevati, un impegno costante e si trascina dietro qualche incognita: "Ho vissuto in presa diretta la pulizia del fiume parigino prima delle Olimpiadi, vedere gli atleti gareggiare nel fiume mi ha fatto un effetto un po’ strano – continua Megli –. Un mio amico tramite l’azienda per cui lavora ha partecipato alla ’bonifica’ precedente alle Olimpiadi e mi ha raccontato che sono stati trovati inquinanti e rifiuti speciali. L’operazione avrebbe costi importanti, ma non sta a me giudicare questo aspetto. Mi auguro solo che Firenze possa tornare ad avere un fiume limpido e balneare".
Ginevra Taddeucci, la ragazza d’argento capace nei giorni scorsi di mettersi al collo un poker di medaglie, un anno fa ha conquistato il bronzo olimpico nuotando nella Senna: "Quando si parla di ripulire i fiumi è sempre una bella cosa perché ne beneficia l’ambiente – il punto di vista della campionessa di Lastra a Signa –. Per la Senna però si parlò a lungo di problemi batteriologici, con atleti che si sono sentiti male dopo la gara, a me per fortuna è andato tutto bene. Però ecco, fare un tuffo e via non è come gareggiare in acqua per due ore consecutive".
Insomma, il discorso è ampio e ci sono vari fattori da prendere in considerazione: "Le valutazioni sono tante e legate anche all’aspetto economico: Parigi ha speso 1,4 miliardi di euro per ripulire la Senna, non proprio spiccioli – osserva Taddeucci –. Non spetta a me decidere queste cose ma sicuramente l’idea di avere un Arno più pulito sarebbe una vittoria per tutta la città". Gare in acqua o no, il primo passo sarebbe rendere l’Arno più fruibile per i fiorentini e meglio integrato nella città. Simone Ciulli, medaglia d’argento nella staffetta 4x100 ai Giochi paralimpici di Tokyo 2020 non ha dubbi: "Avere in città un fiume balneabile sarebbe fantastico, può aprire a tante opportunità per Firenze. Non parlo di noi atleti in quanto soprattutto chi fa gare in piscina ha bisogno dei riferimenti della vasca, ma per la città intera sarebbe un salto di qualità enorme nel rapporto con il fiume. Perciò non vedo elementi negativi, poi ovviamente il progetto si dovrà interfacciare con la fattibilità materiale in base a costi e manutenzioni nel corso degli anni". Intanto la volontà c’è e le analisi Arpat sono rassicuranti. Basi solide su cui costruire il sogno di un Arno in cui fare il bagno. Un passo alla volta, anzi un tuffo alla volta.
Alessandro Pistolesi