
Nell’immagine d’archivio un cantiere di Publiacqua sulla rete idrica
Costo dell’acqua alle stelle a Firenze e in Toscana, ma perché? A spiegare le regioni di tariffe così alte è Alessandro Mazzei, direttore di Ait, l’Autorità idrica toscana.
Confrontando la spesa annua per 150 metri cubi di acqua balzano all’occhio i 564,04 euro di Firenze contro i 160,13 di Milano. Com’è possibile?
"I dati sono corretti, ma la quotidianità è un po’ diversa. Se parliamo di tariffa media, ovvero dei circa 3 euro che si spendono in Toscana a metro cubo, siamo sicuramente di fronte a una delle tariffe più alte d’Italia. Analizzando quanto spende effettivamente una famiglia in un anno, però, il parametro dei 150 metri cubi e a maggior ragione quello dei 182 utilizzati anche nel report di Federconsumatori e Isscon sono eccessivi. Le famiglie toscane consumano infatti in media 104 metri cubi d’acqua all’anno, quindi la spesa è di 340-350 euro, molto al di sotto dello scenario base prospettato da questi studi. A Firenze abbiamo un consumo effettivo medio di 109 metri cubi all’anno a famiglia, con una spesa di 326 euro. Siamo dunque in linea con la media nazionale di 354,01 euro l’anno ma, questo va detto, consumando meno".
La proporzione però non cambia…
"In realtà cambia perché in Toscana abbiamo delle tariffe più progressive che nel resto del Paese. Un litro d’acqua non costa sempre allo stesso modo: più si consuma e più si paga. È un meccanismo che, insieme a tante campagne di comunicazione, è stato voluto anche per evitare gli sprechi e quindi per scoraggiare consumi eccessivi".
Ma la differenza di costo è giustificata? Da cosa?
"Sicuramente la Toscana fa molti più investimenti e abbiamo una qualità del servizio che è imparagonabile con tante altre zone del Paese. Per esempio le interruzioni nell’erogazione di acqua sono prossime allo zero, mentre ci sono regioni, soprattutto al Sud, in cui il servizio viene garantito un paio di volte a settimana e i cittadini devono provvedere a riempire le proprie cisterne. Abbiamo anche un livello di qualità maggiore agli sportelli e al call center, come dimostrano le statistiche sui tempi d’attesa. Poi, ma forse potrebbe essere messo al primo punto, c’è il tema della depurazione. Siamo stati la prima Regione ad applicare la legge Galli: abbiamo ben 20 anni di investimenti e ammortamenti. Nella città di Firenze il 99% degli scarichi viene depurato e restituiamo all’Arno acqua pulita che poi va nel nostro mare. Non è così in altre parti d’Italia e se la Toscana ha 28 bandiere blu forse dipende un po’ anche da questo".
Non incideranno anche le perdite dell’acquedotto? Quante sono a Firenze e quanto incidono sui prezzi dell’acqua?
"Nel 2023, a Firenze, Prato e Pistoia, sono arrivate al 39,3% dell’acqua immessa nell’acquedotto, ma non incidono sulle bollette. Lo dimostra il fatto che Publiacqua ha perdite più alte di Acque (Pisa, Empoli, Capannori), ma tariffe più basse. Ormai i costi di gestione (cioè quelli che non riguardano gli investimenti, ndr) pesano meno di un terzo della tariffa. Certamente le perdite sono un dispendio di risorse economiche, oltre che di risorsa e vanno combattute".
Invece la remunerazione del capitale quanto pesa sulle bollette?
"La remunerazione del capitale è definita secondo i parametri Arera ed è indipendente dalla presenza o meno di soci privati. È necessaria e inevitabile per sostenere gli investimenti che, ovviamente, pesano anche in bolletta, ma senza i quali non verrebbe erogato il servizio".
Lisa Ciardi