TERESA SCARCELLA
Cronaca

Il lungo braccio di ferro: "Pegaso inadempiente". Ma il gestore si difende

Per la società non ci sarebbero state le condizioni per attuare il progetto. Palazzo Vecchio invece punta al bando. Sarà decisiva la scelta del Tar .

Per la società non ci sarebbero state le condizioni per attuare il progetto. Palazzo Vecchio invece punta al bando. Sarà decisiva la scelta del Tar .

Per la società non ci sarebbero state le condizioni per attuare il progetto. Palazzo Vecchio invece punta al bando. Sarà decisiva la scelta del Tar .

Per il Comune la Pegaso srl non avrebbe fatto quello che doveva fare in questi 12 anni. Per la Pegaso, invece, il Comune avrebbe messo i bastoni tra le ruote, non dandole tempo e condizioni per avviare il progetto di riqualificazione. Si può sintetizzare così il contenzioso che va avanti tra i due, da quando la Pegaso srl - che fa capo all’imprenditore Lorenzo Zheng - si è aggiudicata la concessione di 25 anni dell’ex ippodromo Le Mulina nell’ottobre 2012. Un passaggio di consegne tortuoso e di fatto infruttuoso, tra inchieste, ricorsi da parte delle società sconfitte, annullamento dell’esito della gara e disposizione di un altro bando - vinto ancora da Pegaso srl questa volta in solitaria - e revoche della concessione. Al plurale sì. Perché il Comune già nel 2016 aveva provato a fare fuori il gestore per "inadempimenti degli obblighi assunti", salvo poi doversi piegare alla decisione del Tar prima (nel 2017) e del Consiglio di Stato poi (nel 2023), che davano ragione alla Pegaso. Arriviamo così ad oggi, con Palazzo Vecchio che mette di nuovo alla porta la società di Zheng e si riappropria dell’area. "Dopo la sentenza del Consiglio di Stato abbiamo ripreso in mano il dossier e incontrato Pegaso - racconta l’assessore Dario Danti - Nei primi sei mesi dell’anno ci sono state interlocuzioni e sollecitazioni a presentare un progetto urbanistico, a riqualificare l’area, renderla sicura e agibile. Oltre che a pagare i canoni dovuti della locazione. Dopo mesi, ci siamo accorti con vari sopralluoghi che tutto questo non veniva fatto".

Da qui la richiesta delle chiavi (sempre in mano alla Pegaso) e l’avviso pubblico per le manifestazioni di interesse. "Ne sono arrivate 6, diversificate tra loro - sempre Danti - si va da progetti che riguardano salute e benessere alle giovani generazioni, da sociale e culturale al produttivo o sportivo. Alcune richiederebbero il cambio di destinazione d’uso". L’obiettivo di Palazzo Vecchio è arrivare al bando. Prima, però, c’è da attendere il Tar sulla richiesta di sospensione avanzata dalla Pegaso.

"Il progetto c’è ed è molto bello - dice l’avvocato Maria Lufrano che assiste la società - ma in questi anni di giudizi e burocrazia non c’è stato modo di portarlo avanti. Mentre si aspettava di ottenere il nulla osta dalla Soprintendenza, il Comune ha revocato la concessione, di fatto frenando l’iter autorizzativo. Per la sicurezza dell’area si era avanzata l’ipotesi di guardianie, ma senza nessuna certezza di mantenere la struttura e tempi per dare inizio al cantiere è impossibile, non si può continuare una lotta sine die". Il primo giro di boa, sarà con la pronuncia del Tar: se sospende la revoca la Pegaso srl tirerà un sospiro di sollievo e il Comune fermerà i lavori. Al contrario ad esultare sarà Palazzo Vecchio che andrà dritto per la sua strada: messa in sicurezza e bando.

Te.Sca.