STEFANO BROGIONI
Cronaca

Il giallo di San Godenzo. Franka, la verità dall’autopsia e il pirata ancora non si trova

Le ferite sul corpo dell’escursionista tedesca indirizzano i carabinieri verso l’omicidio stradale. Ma a distanza di una settimana nessuno si è presentato spontaneamente. Le prossime mosse

Le indagini dei carabinieri nel luogo del ritrovamento

Le indagini dei carabinieri nel luogo del ritrovamento

Firenze, 10 luglio 2025 – Franka Ludwig ha molte ferite, compatibili con un investimento. Ma il medico legale Susanna Gamba ha iniziato ieri un lavoro al tavolo autoptico che vuole essere preciso e rigoroso, sul corpo della 52enne tedesca, compagna di un imprenditore di Montorsoli, trovata morta mercoledì 2 luglio lungo un sentiero nei pressi della fonte del Borbotto, a Castagno d’Andrea.

All’accertamento chiave, disposto dal pm Andrea Cusani, che dovrebbe concludersi oggi, hanno assistito - oltre alla consulente Beatrice Defraia nominata dai legali dei parenti di Franka, gli avvocati Margherita Pala e Mario Taddeucci Sassolini - anche alcuni carabinieri del reparto operativo: la loro presenza era motivata dalla necessità di indirizzare con la massima velocità le indagini – che sinora non hanno tralasciato alcuna ipotesi - verso una direzione.

La pista privilegiata è sempre quella del pirata della strada e del mezzo che avrebbe investito la donna la mattina presto, durante l’escursione sulle pendici del monte Falterona. Ma la procura ha aperto un fascicolo in cui ipotizza l’omicidio volontario. Come a dire: non fermiamoci all’evidenza.

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Franka Ludwig, la 52enne di origini tedesche trovata priva di vita

Quello dove è stata trovata morto, è un percorso che la Ludwig, appassionata di trekking, conosceva bene. Talmente bene da decidere di andare avanti anche quando l’amica che l’accompagnava aveva dovuto fermarsi per un piccolo infortunio. Si erano date appuntamento più tardi, al termine del cammino. Ma, com’è noto, la Ludwig non ha mai potuto arrivarci. Intorno alle 7.30 del mattino, un’altra escursionista l’ha trovata a terra, con la testa insanguinata.

I carabinieri, coordinati dal colonnello Angelo Murgia, si sono resi subito conto che non si trattava di una morte per cause naturali. Le ferite visibili anche da una ricognizione esterna, suggerivano qualcosa di traumatico. Subito sono state escluse le cause naturali. Ma con il passare dei giorni, si sta rivelando un’indagine molto complessa.

A più di mille metri d’altezza ci sono pochissime telecamere, i telefonini faticano ad agganciare una cella telefonica, nessuno finora si è presentato per dire di aver percorso quel sentiero, battuto da escursionisti o ciclisti in mountain bike, ma anche da qualche mezzo, magari per il trasporto di legname o altri materiali. Chi ha investito Franka, senza fermarsi a prestarle soccorso - se di questo si tratta -, è evidentemente convinto di non essere stato visto da nessuno. O di aver percorso una strada al riparo dalle telecamere o addirittura di non essere uscito dai sentieri delle foreste casentinesi.

Perché anche se l’urto tra il veicolo e l’escursionista potrebbe essere stato con ogni probabilità fortuito, a distanza di una settimana dal tragico evento nessuno si è presentato spontaneamente agli inquirenti anche soltanto per dire di essere passato da quel punto.

Secondo quanto ricostruito, Franka era partita molto presto da un bel B&B con piscina di Scarperia, dove la donna con il compagno e il figlio di pochi mesi, i genitori venuti dalla Germania, la madre del compagno e alcuni amici, stavano soggiornando da alcuni giorni.

Lei e l’amica si erano alzate molto presto, per godere anche del fresco della mattina e non compromettere l’escursione con il caldo infernale di quei giorni.

La 52enne potrebbe quindi essersi trovata sul sentiero nel bosco quando non c’era molta luce: un dettaglio che potrebbe aver tradito chi l’ha travolta. Ma che non giustifica il mancato ravvedimento successivo.