BARBARA BERTI
Cronaca

Il futuro e le strategie. Canale romano e sponsor. Caccia ai 400mila euro

Il Cda dovrà anche decidere sulla figura di un direttore gestionale. Il teatro di Pontedera potrebbe valutare la sua uscita dalla Fondazione .

Il direttore artistico Stefano Massini e la sindaca Sara Funaro intenzionati a difendere il Teatro della Toscana

Il direttore artistico Stefano Massini e la sindaca Sara Funaro intenzionati a difendere il Teatro della Toscana

Una cosa è certa: Firenze non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. Il Teatro della Toscana con la sua storica Pergola, la sala di Rifredi e l’Era di Pontedera, continuerà a lavorare e offrire una programmazione da teatro nazionale (e non da Tric, Teatro di rilevante interesse culturale). Al momento non c’è più lo status – visto il declassamento avvenuto quest’estate – ma nei fatti il Teatro della Toscana resta in fascia ’A’, la Fondazione continua a ragionare e ad avere una visione nazionale. "Ricordiamo che la Pergola è uno dei più antichi teatri d’Italia, vanta una storia secolare e dal suo palcoscenico si sono alternati i più grandi registi e attori italiani. Noi continueremo a portare avanti tutte le attività che abbiamo programmato perché il nostro teatro rimane un’eccellenza e i fiorentini lo sanno" sostiene la sindaca Sara Funaro in qualità di presidente della Fondazione Teatro della Toscana. E questo essere, nei fatti, sempre teatro nazionale – status ottenuto nel 2015 a fronte della presentazione di progetti triennali e di programmi annuali del tutto assimilabili, sotto il profilo della qualità artistica, a quello presentato nel 2025 – passa anche tramite il canale rimasto aperto con Roma. Contemporaneamente si moltiplicano anche le interlocuzioni sul territorio con possibili sponsor. Perché alla fine – ricordando che la stagione non sarà minimamente toccata dal declassamento – mancano all’appello 400mila euro di finanziamenti ministeriali. Servono, quindi, appoggi economici privati ma anche un incremento di abbonamenti. E anche in questo caso è in corso una campagna senza precedenti.

Nelle prossime settimane sarà fatta luce anche sulla casella ’direttore generale’. Anche se i Tric non hanno l’obbligo di avere due figure distinte, un dg e un direttore artistico, nulla vieta mantenere separata la parte contabile-amministrativa da quella dello spettacolo. Quindi resta confermato al suo posto Massini, mentre per la parte gestionale saranno da fare delle scelte importanti. E Carlo Calabretta, attualmente dg a interim, potrebbe restare al suo posto (cambiando la dicitura da direttore generale e direttore gestionale) in un’ottica di ridimensionamento. Altrimenti potrebbe arrivare una nuova figura scelta sull’asse Firenze-Roma. Asse a cui è appesa anche la riorganizzazione dello statuto della Fondazione. Al momento non sono state fatte modifiche per adeguarlo al Tric e, per esempio, nel Cda c’è ancora spazio per un rappresentante del governo. Poltrona al momento vuota solo perché il Mic non ha fatto la nomina.

In futuro – ovviamente dopo le elezioni regionali – un altro aspetto da approfondire e chiarire è la posizione del Teatro Era. A partire dalla seconda metà degli anni Settanta, Pontedera diviene una di quelle capitali che punteggiano la storia del teatro, situate in periferia eppure centrali. Nei quarant’anni di esistenza della Fondazione Pontedera Teatro prima e nei dieci anni dentro la Fondazione Teatro della Toscana, ha garantito una sua elevata specificità artistica e culturale. Ora, però, senza lo status nazionale, Pontedera potrebbe ipotizzare una sua uscita dalla Fondazione e riprendere a camminare in solitaria. Tante, insomma, le questioni da mettere sotto la lente (e far arrivare al Cda). Ma non adesso. Ora il mantra è chiaro. "Andremo avanti a sostenere e valorizzare il Teatro della Toscana, a tutela di un punto di riferimento culturale, dei lavoratori, dell’onorabilità di una grande istituzione e della città di Firenze" le parole di Funaro.