
A Firenze il futuro del diritto
Firenze, 4 settembre 2025 - In che modo l’Intelligenza Artificiale mette in discussione il fine e lo scopo del diritto, la libertà e l’uguaglianza della persona umana? In che modo mette in discussione l’idea di libero arbitrio e autodeterminazione? In che modo l’Ia contribuisce a preservare, e non a indebolire, la democrazia? Sono questi alcuni dei temi al centro del seminario internazionale in programma a Firenze, dall’11 al 12 settembre: un appuntamento che riunirà 20 tra i più rilevanti giuristi al mondo intorno a questioni cruciali legate al rapporto tra diritto e Intelligenza artificiale. Il progetto, dal titolo “Il futuro del Diritto nell’era algoritmica”, assume la forma di un dialogo collaborativo transatlantico, guidato dalla Law School dell’University of Notre Dame (Usa) e dal Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università degli Studi di Firenze, con l’obiettivo di esplorare l’impatto dell’Intelligenza Artificiale e della ragione algoritmica non solo sulle pratiche giuridiche (giustizia, produzione normativa), ma soprattutto sull’idea stessa di diritto. Nel novembre 2024 è stato organizzato infatti il primo workshop esplorativo presso l’Università di Notre Dame, la più antica facoltà di giurisprudenza cattolica degli Stati Uniti, che ha coinvolto 18 studiosi di rilievo internazionale, provenienti da discipline diverse (dalla teologia e sociologia all’antropologia, alla fisica e al diritto) e da entrambe le sponde dell’Atlantico, avviando la creazione di una comunità di esperti sul tema per sviluppare alcune delle principali sfide concettuali e pratiche. L’appuntamento, articolato in due giornate, prevede l’11 settembre una lectio magistralis presso il Cenacolo dell’Opera di Santa Croce Firenze, aperto al pubblico (previa iscrizione), introdotta dai responsabili dell’iniziativa Paolo Carozza, professore di diritto all’University Of Notre Dame e Andrea Simoncini, professore di diritto costituzionale presso l’Università di Firenze e vedrà le relazioni di Frank Pasquale, tra i maggiori esperti al mondo in materia di regolamentazione delle nuove tecnologie, professore di diritto presso Cornell Tech e Cornell Law School, e di Hans W. Micklitz, grande esperto di regolazione europea delle tecnologie e professore presso l’European University Institute. La giornata del 12 settembre, ospitata dall’Università di Firenze con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio Firenze nel contesto di Villa Bardini, porterà 20 studiosi di rilievo internazionale a confrontarsi sulle implicazioni di tali questioni per il diritto, inteso come particolare impresa umana, orientata a ordinare le azioni degli individui, in comunità tra loro, verso il bene comune. La ragione principale per cui l’Ia sta diventando così importante, avvertono gli studiosi, è che viene sempre più utilizzata per prendere decisioni riguardanti questioni umane, sostituendo il giudizio e il pensiero umano. La ragione algoritmica, in questo senso, comporta un rischio maggiore di indebolire alcune capacità umane di razionalità, decisione e giudizio rispetto a quanto abbia fatto la parola scritta nel ridurre la capacità di trasmettere e conservare oralmente la conoscenza, o rispetto ad esempio all’affidamento al GPS nel compromettere il nostro senso di orientamento spaziale. Questo è dunque un momento unico per domandarsi se esista qualcosa, nella scienza giuridica, che debba essere preservato perché non sostituibile dall’Intelligenza Artificiale. L'evento è sostenuto dall’American Security Foundation, un'organizzazione senza scopo di lucro con sede a Washington DC, che collabora con partner su entrambe le sponde dell'Atlantico per garantire che lo sviluppo e l'applicazione dell'intelligenza artificiale siano incentrati sull’uomo e radicati nei valori della civiltà occidentale.