"Una storia di odio e vendetta avvincente come non se ne troveranno mai", lo definì tempo fa un critico. E quando uscì, nel lontanissimo 1980, rimase per 24 settimane nella classifica dei libri più venduti del New York Times. Se il Giappone vi affascina, se la sua cultura millenaria vi seduce, se vi affascina la sua religione, lo shintoismo dei kami, entità che possono essere spiriti della natura, antenati o altri esseri soprannaturali, beh, non potete non leggere questo libro. Che è un noir a tutto tondo, sì, ma nelle sue pagine presenta la sensibilità e le tradizioni di un popolo lontanissimo da noi e che, forse, proprio per questo ci attrae.
E infattì da questo libro, dal Giappone e dallo shintoismo, fui colpito tanti anni fa, da adolescente inquieto e curioso, fino ad arrivare a rileggerlo in tempi più recenti. Che si parli di Giappone è chiaro fin dal titolo: tutti, o quasi, sanno che i ninja erasno erano spie, assassini mercenari del Giappone feudale, personaggi quasi mitologici, capaci di azioni sanguinarie, commesse con precisione e sapienza. L’arte della morte era loro propria. E nel romanzo che regalò un successo mondiale a Van Lustbader, l’autore fonde la storia del ventesimo secolo (la seconda guerra mondiale e la ricostruzione del Giappone dopo Hiroshima), l’erotismo, l’azione e l’antica cultura giapponese basata sul budō (la via del guerriero), sulla società feudale e sulla figura del samurai. Capace di empatia col lettore è il protagonista di questo e altri libri che verranno: Nicholas Linnear, figlio di un colonnello Usa e di una donna cinese. Una doppia coscienza occidentale e orientale che lo accompagnerà, con grandi difficoltà, nella sua adolescenza in Giappone, dove resterà sempre un gaijin, uno straniero, detto in modo sprezzante. Da quella terra se ne andrà, tanto che il libro inizia con Nicholas adulto nella New York degli anni ‘80. Ma il passato non muore mai e alcuni omicidi sembrano collegare la sua vita di oggi a quella di ieri.
’Ninja’ è un libro che, a 45 anni dalla sua pubblicazione, mantiene intatta la sua forza narrativa, raccontando il Giappone come pochi altri. E che Van Lustbader sappia scrivere è dimostrato dal fatto che fu scelto dalla famiglia di Robert Ludlum per proseguire la saga di Jason Bourne interrotta dopo la morte del suo creatore nel 2004, scrivendo dodici romanzi sul protagonista approdato anche al cinema col volto di Matt Damon.
Eric Van Lustbader Ninja Rizzoli