
L’arresto di Fiesoli
di Stefano Brogioni
FIRENZE
Dopo un lungo braccio di ferro fatto di interlocuzioni piccate e appuntamenti saltati, salvo ulteriori colpi di scena, domani pomeriggio, ore 15, Rodolfo Fiesoli comparirà dinanzi alla commissione parlamentare Forteto: la Bicamerale ha infatti imposto un accompagnamento coattivo per la sua audizione.
Il fondatore della comunità di Vicchio, figura centrale del processo conclusosi con la sua condanna a 15 anni per abusi sessuali e mentali sui minori che gli venivano affidati dalle istituzioni, non è mai comparso neanche nei tribunali. Per questo, se davvero Fiesoli si presenterà all’audizione, sarà davvero qualcosa di clamoroso.
Al provvedimento “muscolare“ della Commissione che ha l’obiettivo di far luce sulle zone grigie che hanno accompagnato uno dei più grossi scandali avvenuti nella nostra regione, si è giunti dopo una rigida interlocuzione fra il presidente dell’organo, il deputato di Fratelli d’Italia, Francesco Michelotti, e i legali del “profeta“, gli avvocati Lorenzo Zilletti ed Oliviero Mazza.
A una prima convocazione della commissione parlamentare, i difensori di Fiesoli si erano opposti sollevando un’eccezione di nullità del decreto di accompagnamento in quanto in contrasto con la "qualità di testimone" rivestita dal profeta. In quella missiva, gli avvocati avevano inoltre ventilato l’ipotesi di valutare la capacità di rendere testimonianza di Fiesoli, oggi più che ottantenne.
Ma, secondo Michelotti - che per altro è pure lui avvocato - "le eccezioni di nullità del decreto di accompagnamento coattivo non possono trovare accoglimento".
"Come già ampiamente illustrato con la mia precedente lettera dello scorso 25 febbraio - prosegue Michelotti -, non avendo le Commissioni parlamentari d’inchiesta funzione giurisdizionale, non possono trovare applicazione, quale limitazione del potere di inchiesta, le norme del codice di procedura penale poste a garanzia delle posizioni di imputato ovvero di testimone che sia indagato, imputato o condannato in procedimento connesso o collegato".
Fiesoli, che si trova in detenzione domiciliare in una struttura di Padova, secondo il presidente della commissione non può godere di una garanzia riservata a indagati o imputati "non già di condannati in via definitiva, posizione in cui si trova il vostro assistito".
A una precedente convocazione, dello scorso sei febbraio, Fiesoli non si era presentato. Ma i motivi addotti dai legali non sono stati ritenuti validi e, quanto alla capacità di rendere testimonianza da stabilire con una perizia, "tale verifica rientra nella discrezionalità dell’organo procedente".
Così, la Commissione non ammette più scuse: domani, sarà prelevato dalla struttura e portato a palazzo San Macuto.
Risponderà o non risponderà? Su questo, la Bicamerale non ha poteri. Ma la Commissione ha altri appuntamenti in agenda. Venerdì 14 marzo sarà in missione a Borgo San Lorenzo per ascoltare la moglie e i figli di Fiesoli.