MANUELA PLASTINA
Cronaca

L’Humanitas nel mirino. Due furti in meno di un mese: “Ferita l’intera comunità”

Doppio colpo nel giro di pochi giorni: “Hanno distrutto la sede senza trovare niente di valore”. Un volontario: “Minacciato con un cacciavite di 30 centimetri appena rientrato con l’ambulanza”

Doppio colpo nel giro di pochi giorni: “Hanno distrutto la sede senza trovare niente di valore”

Doppio colpo nel giro di pochi giorni: “Hanno distrutto la sede senza trovare niente di valore”

Firenze, 30 giugno 2025 – Amarezza, paura, indignazione. Volontari e dipendenti dell’Humanitas Firenze nord sintetizzano così i sentimenti di due furti subiti nel giro di 2 giorni. Il primo è stato la notte tra l’8 e il 9 giugno: “Due persone, come abbiamo poi visto dalle telecamere di videosorveglianza, appena l’ambulanza è uscita per un servizio sono entrate nella sede di via Ponte alle Mosse – racconta Felice, del Cda dell’Humanitas -. Hanno spaccato la porta, divelto i distributori di lattine e caffè portando via pochi spiccioli, rovistato negli armadietti”. Se ne sono andati poco prima del rientro del mezzo. È andata peggio nella notte tra il 29 e il 30 giugno. “Anche in questo caso hanno atteso l’uscita dell’ambulanza per rispaccare tutto; stavolta sono entrati anche nell’ufficio amministrazione, distruggendo ogni cosa senza trovare niente di valore” ricostruisce ancora Felice. Sull’ambulanza c’era Niccolò, 29 anni, e un collega di 49 anni.

“Quando siamo rientrati, abbiamo visto due bici vicino alla porta. In sede c’erano tre uomini, di origine nordafricana. Sono usciti, ci hanno urlato contro con parole straniere che non abbiamo capito. Uno mi ha minacciato con un cacciavite di 30 centimetri, ma ne avevano altri in mano”. Nel frattempo Niccolò aveva dato l’allarme al 113. “Nel giro di pochi minuti sono arrivate due volanti. Due ladri sono scappati verso Porta al Prato, uno verso via Paisiello”. Almeno uno di loro potrebbe essere già stato nella sede Humanitas l’8 giugno. Pare sia conosciuto alle forze dell’ordine. “Siamo sconcertati, spaventati, amareggiati – dice Niccolò. -. Negli ultimi anni abbiamo visto un aumento di degrado, non ci sentiamo sicuri neanche in questa che è la nostra “seconda casa”.

A fronte di una carenza di volontari, c’è il rischio che soprattutto i giovani non vogliano più venire”. Da una prima stima dei danni, riferisce Felice, hanno superato i 3000 euro la prima volta, 5000 quest’ultima. Negli ultimi mesi sono stati anche sbarbati due tablet di collegamento con la centrale 118 dai mezzi di soccorso, con relativo danno. “Questa sede – dicono i volontari – è un punto di ritrovo, la nostra casa dove, attraverso gli strumenti messi a disposizione di chi ha voglia e cuore, si riesce ad aiutare tutti, senza distinzioni, pregiudizi o discriminazioni. Colpire un’associazione di volontariato significa ferire un’intera comunità; vuol dire fare del male a chi fa del bene”. Sono in difficoltà, ammettono, anche per ripagare quanto danneggiato.