
La gru agli Uffizi
Firenze, 9 maggio 2025 – Vent’anni. Tanto che, con il solito sarcasmo tutto fiorentino, c’era chi diceva: “Ormai non la tolgono più, è un manufatto storico e la sovrintendenza avrà già messo un vincolo paesaggistico”. E invece stavolta la ’gru degli Uffizi’ al servizio del cantiere per l’ampliamento del museo, sarà davvero smontata alla svelta, per restituire alla città il suo vero skyline, che gli adolescenti di oggi non hanno mai visto.
Ma non è stata un’impresa semplice. Il direttore delle Gallerie, Simone Verde, ha lavorato ai fianchi di tanti imprenditori, per riuscire a ottenere le risorse necessarie a togliere il gigante di ferro dal piazzale degli Uffizi. In un’intervista al nostro quotidiano ha spiegato tempi e modi di questo traguardo, che “costerà” 180mila euro. Una cifra che è stata finanziata da Stefano Ricci, Leonardo Bassilichi, Giorgio Moretti, Stefano Gabbrielli, Elisabetta Fabri, Marco Carrai, Confindustria, Enic, Fondazione Cr Firenze.
“È un piccolo gesto d’amore verso Firenze, città nella quale ho fondato la mia società e alla quale, anche a nome della famiglia, dobbiamo molto per aver accompagnato le nostre origini - afferma Stefano Ricci, fondatore e presidente della maison, e main sponsor nel progetto sulla gru –. Firenze è da sempre fonte d’ispirazione e orizzonte culturale. Restituirle il proprio skyline non è solo un valore di bellezza, ma soprattutto una forma di rispetto. Un’iniziativa che abbiamo deciso di sostenere come segno di responsabilità sociale e culturale”.
Lo spirito che ha riunito gli imprenditori è nel segno dell’amore per la città: “È inutile far atterrare le persone a Firenze per portarle poi a vedere loro una gru”, afferma con una battuta Marco Carrai, presidente di Toscana Aeroporti. “Firenze dà lavoro alla mia azienda, a me e a tutti i miei collaboratori - afferma Stefano Gabbrielli della Enic –. E se la città è tenuta bene, credo che sia meglio per tutti”.
Il presidente Confindustria Toscana Centro e Costa, Maurizio Bigazzi, ha ricordato che “questa è una iniziativa di politica industriale legata a un bene culturale, perché di questo si tratta. Ed è il primo pezzo di quegli Uffizi del futuro che attendiamo da anni. Gli Uffizi portano nel mondo la bandiera di Firenze e dell’Italia. E sono l’emblema di quel patrimonio intangibile che è un moltiplicatore di valore non solo per l’industria turistica ma per l’impresa stessa del nostro territorio, che è un territorio industriale, dove però il saper fare è strettamente legato all’economia della cultura”.
Anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze ha risposto all’appello del direttore degli Uffizi, ritenendo che il bene della città vada messo sempre al primo posto. Soddisfazione arriva da Palazzo Vecchio, con l’assessore alla cultura Giovanni Bettarini che riconosce a Simone Verdi “il successo di un’operazione concreta e simbolica. Fa piacere inoltre vedere il sostegno offerto da un gruppo di privati che si sono impegnati a vantaggio di tutta la città”.