I genitori di Matteo Renzi agli arresti domiciliari per bancarotta e false fatturazioni

Arrestato anche un imprenditore. Il provvedimento eseguito dalla guardia di finanza. L'ex premier si sfoga su Facebook: "Ho fiducia nella Giustizia, ma provvedimento assurdo e sproporzionato "

Tiziano Renzi e Laura Bovoli (foto Ansa)

Tiziano Renzi e Laura Bovoli (foto Ansa)

Firenze, 18 febbraio 2019 - Arresti domiciliari per i genitori di Matteo Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli. Nei confronti dei due -  e di una terza persona, l'imprenditore  Mariano Massone, 48 anni, di Campo Ligure (Genova) - viene contestata l'emissione di fatture inesistenti. Fra i reati contestati nella misura, emessa dal gip di Firenze ed eseguito dalla Guardia di finanza, ci sarebbe anche la bancarotta.

I tre, secondo quanto si apprende, sono stati nel tempo amministratori di fatto di tre società cooperative, due delle quali dichiarate fallite. Le ipotesi di reato contestate riguardano da un lato l'emissione, tra il 2013 e il 2018, di fatture per operazioni inesistenti all'interno di una delle società e, dall'altro, un'ipotesi di bancarotta fraudolenta che sarebbe stata commessa per le due altre società cooperative tra il 2010 e il 2013. Peraltro la notizia arriva a poche settimane dalla prima udienza del processo a carico della coppia per una vicenda di false fatturazioni, prevista per il 4 marzo.

Il gip Angela Fantechi spiega la misura dei domiciliari perché  sussiste il concreto, e attuale "pericolo", che gli indagati commettano reati della stessa specie di quelli per cui sono indagati, tributari e fallimentari. Inoltre, si tratta di reati che "non sono occasionali" ma si inseriscono "in un unico programma criminoso che va avanti da molto tempo, realizzato in modo professionale e coinvolgendo numerose altre persone". Una misura cautelare, sempre per il gip, "proporzionata" anche per il fatto che Tiziano Renzi e Laura Bovoli hanno sempre avuto una "condotta imprenditoriale finalizzata a massimizzare il proprio profitto personale, con ricorso a strategie di impresa che non potevano non contemplare il fallimento delle cooperative". La 'Eventi6', la società che da sempre si è occupata di distribuzione di materiale pubblicitario, veniva amministrata, sempre per l'accusa, in modo da poter avere a disposizione manodopera senza essere gravata di oneri previdenziali ed erariali, e i coniugi Renzi hanno costituito le cooperative 'Delivery Servicè, 'Europe Servicè e Marmovid, pronti ad abbandonarle non appena entravano in difficoltà economiche. Il tutto, conclude il giudice, accompagnato dalla circostanza che Tiziano Renzi e Laura Bovoli rivestivano ruoli di amministratori di fatto, ma agendo tramite uomini di fiducia. Per il giudice, c'è anche il rischio di una reiterazione dei reati con condotte che potrebbero portare ad accertamenti ben più difficili per la giustizia. 

Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli sono assistiti dall'avvocato Federico Bagattini: "Mai vista una cosa del genere: arresti domiciliari a due persone prossime ai 70 anni per fatti asseritamente commessi al piu tardi nel 2012. Ci riserviamo ogni valutazione sul merito alla lettura completa delle carte", commenta il legale.

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Nell'inchiesta sono indagate altre 5 persone. Tra queste c'è anche Roberto Bargilli, detto Billy, balzato alle cronache come autista del camper di Matteo Renzi durante le primarie per la segreteria del Pd, e poi ascoltato, come persona informata dei fatti, anche nell'ambito dell'inchiesta Consip. Tra gli indagati anche Gianfranco Massone - parente di Mariano Massone -  già indagato in un'altra inchiesta che avrebbe coinvolto Tiziano Renzi. 

Nel frattempo da ambienti del Pd si apprende che Matteo Renzi ha annullato la presentazione del suo libro in programma a Torino e sarebbe ripartito subito per Firenze. Poi è comparso sulla sua pagina Facebook un lungo post in cui l'ex premier si sfoga: "Credo nella Giustizia, sono impaziente di assistere al processo perché chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai visto un provvedimento così assurdo e sproporzionato".

LE REAZIONI POLITICHE - Il primo commento politico alla vicenda è del ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini: "Non c'è niente da festeggiare", ha detto a margine di un convegno a Sassari. "Non festeggio per gli arresti e non commento le sentenze", ha detto poi ai microfoni di Tg2post, "altri vorrebbero vedermi sotto processo domani mattina quando ho solo difeso gli interessi del mio Paese, però io non ho niente da commentare. Io festeggio quando si arrestano i mafiosi, i ladri, i terroristi, i delinquenti. Se arrestano i genitori di un mio avversario politico non festeggio".

Silvio Berlusconi, a Quarta Repubblica, commenta: "In un Paese civile queste cose non accadrebbero. Credo che Renzi umanamente sia molto addolorato e che pensi che se lui non avesse fatto politica questo non sarebbe accaduto".

"Chi pensa che il M5S faccia festa per gli arresti dei genitori di un ex presidente del Consiglio si sbaglia di grosso. E' sempre triste dover commentare presunte illegalità. Il primo pensiero è sempre per le forze dell'ordine che fanno un gran lavoro per portare a termine indagini così complicate". Lo scrive su Facebook Carlo Sibilia, sottosegretario del Movimento 5 Stelle al ministero dell'Interno. Anche il sottosegretario M5S Stefano Buffagni è cauto: "I figli non devono mai pagare le colpe dei padri: Matteo Renzi ha fatto danni per la nostra amata Italia e i cittadini si sono già espressi su di lui. Sui genitori la giustizia farà il suo corso". Di altro tenore il post del senatore pentastellato Emanuele Dessì: "Due genitori insieme è record", scrive su Facebook.

"Sui domiciliari ai genitori di Matteo Renzi, bisogna aspettare che la magistratura faccia il suo corso, noi abbiamo denunciato più volte che c'era qualcosa che non tornava, già quando Renzi era potente". Questo invece il commento di Giorgia Meloni, ospite di Post del Tg2. "La mia totale solidarietà e vicinanza a Matteo Renzi. La giustizia farà il suo corso". Lo scrive su twitter il presidente dei senatori del Pd Andrea Marcucci.

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