
Domani pomeriggio l’assemblea pastorale in Cattedrale e l’istituzione dei ministeri laicali "C’è bisogno di una testimonianza profetica. Possiamo darla camminando insieme".
Undici mesi sono un periodo di tempo congruo, non solo per un primo bilancio, ma anche per guardare al futuro, consapevoli che il Signore “fa nuove tutte le cose“, come recita la Scrittura, e quindi possiamo affrontare con fiducia cambiamenti e prove, positive o negative, che la vita ci riserva. Un punto di vista rilevante è quello di monsignor Gherardo Gambelli, arcivescovo titolare dal 24 giugno scorso, che domani introdurrà un momento forte dell’anno pastorale, con l’assemblea diocesana in Cattedrale dal titolo “Camminare insieme. Per un’efficace cooperazione pastorale nel vicariato” che sottolinea la necessità, urgente, del lavorare in comunione all’interno delle realtà ecclesiali locali.
Monsignore, per ogni fine c’è un nuovo inizio. La frase del Piccolo Principe è ancora attuale?
"Queste parole penso possano valere anche per la Chiesa di oggi. Il Conclave ci ha sorpreso rivelando ancora una volta l’opera dello Spirito Santo che suscita sempre novità nel cammino della Chiesa e questo ci rallegra perché ci fa capire che possiamo andare avanti nella speranza".
Da Francesco a Leone XIV: cosa si aspetta?
"Mi ha colpito quello che ha detto ai cardinali il giorno dopo la sua elezione, quando ha sottolineato alcuni punti dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium che offre linee guida per la riforma missionaria e sinodale. Significativo il riferimento che ha fatto al sensus fidei dei fedeli, specialmente nelle forme più proprie e inclusive come la pietà popolare, perché invita a metterci in ascolto, a sperimentare che le persone vivendo la fedeltà al Vangelo possono ispirare anche i loro pastori. Papa Francesco lo evidenziava: il pastore che cammina davanti, dietro, e in mezzo al gregge, perché le pecore hanno il fiuto, e quando si parla di sensus fidei si rimanda a questo fiuto del gregge".
I primi gesti lasciano intendere che sarà una Chiesa missionaria, ma in un contesto di ritrovata unità nella diversità dei carismi. Concorda?
"L’esperienza missionaria di Papa Leone sarà una ricchezza importante perché conoscendo la realtà delle periferie potrà portare questa novità, unita alla grande preparazione teologica e alla sua conoscenza della Chiesa Universale. L’unità è un obiettivo da ricercare sempre, un punto su cui continuare a crescere riconoscendo che la diversità dei carismi è un valore per tutta la Chiesa".
E a proposito di uniti nella diversità, l’assemblea pastorale di domani alle 15 in Cattedrale è un esempio concreto di chiesa in cammino in stile sinodale. Cosa si aspetta?
"Domenica ci ritroveremo per l’assemblea pastorale conclusiva della diocesi, sarà un modo per fare sintesi di quanto abbiamo sottolineato soprattutto nell’assemblea di settembre. I partecipanti si divideranno in tavoli per vicariati perché vorremmo crescere nella comunione sinodale cominciando dalla cooperazione tra le parrocchie, perché attraverso la collaborazione fra noi possiamo essere più autenticamente testimoni del Vangelo. Sinodalità e missionarità vanno sempre insieme, quanto più si cresce nella comunione fraterna, tanto più diventiamo credibili, e oggi c’è bisogno davvero di una testimonianza profetica della Chiesa nella capacità di vivere insieme, e di essere così testimoni della speranza nel mondo. Nella celebrazione eucaristica avremo poi l’istituzione dei ministeri laicali, del ministero di lettore, di accolito e di catechista. Anche questa è una sottolineatura importante dell’assemblea pastorale, il fatto che sempre di più i laici sono protagonisti della vita della Chiesa, non per esercitare un ruolo di supplenza rispetto ai preti, ma piuttosto come una risposta a una chiamata di Dio".
Accoglienza, periferie, lavoro dignitoso. Cosa può fare la Chiesa fiorentina in ogni suo ambito?
"La Quaresima di Carità è stata dedicata quest’anno all’emergenza abitativa e vorremmo continuare ad impegnarci in questo ambito su cui stiamo lavorando con la Caritas diocesana. L’idea è che a livello di ogni vicariato ci sia un’attenzione particolare a questa problematica, operare in modo sinodale significa anche mettersi in rete con altre realtà sul territorio. Per il lavoro, la diocesi segue con attenzione tutte le crisi aziendali e ha offerto in alcuni casi la sua mediazione per cercare soluzioni".
A quando un incontro con Papa Leone, peraltro amico di Firenze?
"Sarebbe bellissimo averlo fra noi, con Firenze ha già un legame, due suoi predecessori Leone X e Leone XI appartenevano alla famiglia Medici, ma soprattutto ‘conosce la strada’, essendo stato più volte a trovare la comunità degli agostiniani a Santo Spirito".