REDAZIONE FIRENZE

Falchi scalda i motori per un posto in Regione: "Lottare per una giunta di sinistra radicale"

"Ci vuole un governo regionale che sia fortemente discontinuo, innovativo, di sinistra, radicale, senza paura di scontentare qualcuno ma avendo...

"Ci vuole un governo regionale che sia fortemente discontinuo, innovativo, di sinistra, radicale, senza paura di scontentare qualcuno ma avendo...

"Ci vuole un governo regionale che sia fortemente discontinuo, innovativo, di sinistra, radicale, senza paura di scontentare qualcuno ma avendo...

"Ci vuole un governo regionale che sia fortemente discontinuo, innovativo, di sinistra, radicale, senza paura di scontentare qualcuno ma avendo un’idea ben chiara". Un battesimo di campagna elettorale col pugno sinistro chiuso e teso per Lorenzo Falchi. La ’punta di diamante’ di Sinistra Italiana, si sa, è pronta a traslocare da Sesto Fiorentino a Firenze, da sindaco a consigliere regionale.

Nonostante e a prescindere dai mal di pancia suscitati, specie nel Pd locale, per l’ambizione a fare il ’salto di qualità’ dopo 9 anni da amministratore. All’Sms di Rifredi Falchi ha cambiato tono, attaccato frontalmente le destre, rivelato i cavalli di battaglia suoi e del suo partito in vista dell’appuntamento elettorale. Non le ha mandate a dire al governo Meloni, reo di "non voler il salario minimo dopo aver cancellato il reddito di cittadinanza". Un esecutivo che "nulla dice sul genocidio a Gaza mettendo al centro un feroce riarmo". Ma il j’accuse al centrodestra è anche "culturale": ancora scotta la ’cacciata’ di Tomaso Montanari dalla Fondazione Ginori, ancora brucia il declassamento della Pergola. L’arringa culmina con un ossimoro per descrivere la candidatura marchiata FdI di Alessandro Tomasi: un "volto mite dalle politiche feroci come quelle di "Salvini e Vannacci".

"Unità e lotta" il motto del ’compagno’ Falchi. Peccato non bastino al fronte progressista, la "Toscana deve riscoprire di essere regione solidale e di sinistra". Quasi a dire che in cinque anni di legislatura Giani, non lo sia stata abbastanza, giusto per riagganciarsi al treno della "discontinuità" richiesta dal partito di Fratoianni. La primogenitura sulle primarie di coalizione del centrosinistra fu la sua, ma Falchi ieri sera ha ribadito il tormentone, "rivendicando" la scelta di metodo di Sinistra Italiana. Sul punto, la svolta è attesa dalla direzione Pd tra il 28 e il 29. Dall’assise dovrebbe soffiare la fumata bianca sul governatore uscente. Il cui nome sarà poi sottoposto agli alleati. Nel frattempo, anche SI terrà il passaggio della direzione, per "parlare di candidature e alleanza" per convergere poi sul nome di Giani. Così si aprirà il capitolo dei programmi. Ma Falchi già ha dato un assaggio dei dossier a cui il Pd dovrà mostrare sensibilità: sanità con più risorse, reddito sociale da finanziare con il fondo sociale europeo, no alla militarizzazione del territorio, acqua pubblica a suon di "fuori i privati dai servizi pubblici locali". Ma soprattutto, no ai grandi finanziatori: "Non li accetteremo - la bordata finale rivolta a rivali e alleati - vogliamo essere liberi e non condizionati".

Fra.Ing.