Firenze, 17 febbraio 2022 - Un conto salatissimo, pari a circa 8 miliardi di euro. E’ quello che rischiano di pagare le imprese toscane a causa dell’aumento deI prezzi dell'energia e delle materie prime. A fare la stima è il ricercatore Irpet Nicola Sciclone. “Secondo alcune stime che abbiamo fatto scaricando l’aumento dei costi energetici e delle materie prime sui conti delle imprese toscane arriviamo a stimare che i rincari valgano qualcosa come 660 milioni al mese di euro in più per gas ed energia elettrica". Un conto salatissimo che mette a rischio la ripresa?
"Dipende da quanto si manterranno in queste condizioni i mercati energetici, materia gas e materia energia elettrica. Se si mantenessero inalterati, tutto il sistema produttivo sconterebbe un aumento di circa 8 miliardi. Ovviamente si tratta dello scenario peggiore, ma che comunque va calcolato. Si tratterebbe di una cifra considerevole pari ad un aumento del 143%". Si tratta di una condizione che riguarderebbe tutte le imprese?
"No. Ovviamente ci sono delle differenziazioni. A pagare il prezzo maggiore sarebbero i settori particolarmente energivori come la produzione della carta, la chimica, i trasporti, la siderurgia, la gomma. In questi settori, come pure nel commercio all'ingrosso, c'’è una quota d’imprese che potrebbe veder passare il proprio margine operativo lordo da positivo, come si prevedeva, a negativo. Ed è una quota non trascurabile: si tratta del 5% delle imprese sul totale, con punte di oltre il 20%. Insomma una situazione eternamente variegata ed estremamente complessa, con il rischio anche di un blocco parziale più o meno duraturo". E dal punto di vista dell’occupazione cosa significherebbero queste cifre?
"Una quota pari al 10% del mercato del lavoro che è a rischio. Al netto dell’agricoltura e della pubblica amministrazione". C’è il rischio che l’iniezione di risorse del PNRR rischia di essere addirittura insufficiente, considerato l’aumento dei costi?
"Sì. Questo rischio c’è. Ovviamente non dobbiamo drammatizzare. Però è chiaro che se la situazione congiunturale che ha prodotto questa situazione prosegue a far sentire i propri effetti, allora ci troveremmo davvero di fronte ad uno scenario difficile. Poi naturalmente ci sono anche comportamenti opportunistici, in fasi del genere. Poi c’è la questione non secondaria dell’aumento delle materie prime". In che senso?
"Nel senso che paradossalmente la ripresa che si era innescata ha spinto in alto la richiesta di materiali e quindi i loro prezzi. Soprattutto in settori come l’edilizia ma non solo".