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Emergenza caprioli nelle campagne fiorentine: distrutti ettari di grani antichi

Presenza aumentata del 30% negli ultimi 5 anni. Si muovono in branchi numerosi: per le coltivazioni e per l’uva non c’è scampo. Cia Toscana centro: situazione allo stremo, agricoltori esasperati

Caprioli in una foto L.Gallitto

Firenze, 17 agosto 2021 – Caprioli in aumento del 30 per cento negli ultimi cinque anni ed ettari di coltivazioni di grani antichi andati distrutti, così come grappoli d’uva utilizzati dagli animali per dissetarsi. In provincia di Firenze la situazione è sempre più preoccupante. Per questo, gli agricoltori lanciano il loro grido d'allarme alle istituzioni. 

«Il problema degli ungulati e animali selvatici – sottolinea il presidente di Cia Toscana Centro, Sandro Orlandini, – non è certo una novità, ma negli ultimi anni oltre all’emergenza cinghiali dobbiamo fare sempre più i conti con il proliferare dei caprioli, che sono meno cacciati e quindi fuori controllo. I nostri agricoltori ed allevatori sono esasperati; così non è possibile andare avanti».

E così nella zona di Certaldo, Franco Marzi, titolare dell’azienda agricola I Fossati – allevamento di razza Chianina, e produzione di vino e olio, – racconta che la situazione è insostenibile a causa del numero sempre crescente di caprioli: «Mentre per i cinghiali c’è un ottimo mercato nella ristorazione locale e toscana, con prezzi che si aggirano sui 3,5 euro al kg – spiega Marzi -, per la carne di capriolo non c’è mercato, non interessa, e così i cacciatori non sparano ai caprioli che possono aumentare di numero indisturbati». Marzi coltiva grani antichi (varietà andriolo) in circa 4 ettari di terreno: «Passano a branchi molto numerosi, anche di 30 capi a volta – racconta, - e così la produzione viene completamente calpestata; gli animali ci scorrazzano, ci si rotolano sopra e non resta niente. Quel che resta viene terminato dai cinghiali». Inoltre, ci sono danni all’uva: «I chicchi d’uva servono per dissetare gli ungulati in questi periodo di siccità e così anche gran parte della produzione per il vino viene distrutta».

Il problema principale, secondo l’agricoltore di Certaldo, resta in questo caso la mancanza di mercato per i caprioli: «E’ urgente aprire un tavolo con la Regione Toscana – conclude Franco Marzi, – se si vuole davvero risolvere il problema di tanti agricoltori, che, come me, sono costretti a subire danni ingenti, e a vedere il proprio lavoro andare distrutto. Bisogna agire senza perdere tempo».