
Il Nucleo Ittico Venatorio della Città Metropolitana e la liberazione di una famiglia di g
Un cervo si era perso in via Gallaratese, un capriolo “nuotava“ nel Naviglio e un altro era rimasto incastrato in un cancello di Cuggiono. È arrivato l’Sos anche per un picchio rimasto “appeso“ a un albero: un filo di nylon si era attorcigliato alla zampina, legandolo a un ramo, e non riusciva più a volare via. Il telefono del “Nucleo Ittico Venatorio“ della Città Metropolitana continua a squillare: sette gli agenti - a breve arriverà un ufficiale a completare l’organico - in azione tra Milano e i 132 Comuni dell’hinterland, coordinati dalla dirigente Raffaella Quitadamo. Da gennaio c’è una squadra ad hoc e un numero dedicato. "Ci arrivano in media venti chiamate al giorno – raccontano gli agenti –, adesso è la stagione dei pulvis, piccoli uccelli, rondini, rondinoni, civette, che rimangono bloccati nei palazzi. Anche con gli interventi edili per il bonus del 110 per cento capita che si trovino nidi tra i ponteggi, ci assicuriamo sempre che la mamma riesca a raggiungere i piccoli per sfamarli". Sono stati oltre 150 gli interventi per animali in difficoltà in sei mesi e 1.028 i verbali stilati. Le chiamate continuano ad aumentare, come i chilometri macinati e la mole di lavoro a cui devono far fronte solo in sette. Tra i recuperi indimenticabili quello di un capriolo a San Colombano al Lambro: "Alcuni ragazzini vedendolo avevano giocato con lui – raccontano gli agenti –, ma la mamma sentendo l’odore dell’uomo lo aveva abbandonato lì. Era nascosto in una siepe. Siamo riusciti ad avvicinarci, si è subito girato verso di noi cercando il latte. E lo abbiamo riportato nel bosco di Vanzago del Wwf". Come il cervo di via Tobagi o il barbagianni che era entrato nel palazzo a vetri di una società del gas e continuava a sbattere contro le finestre, puntando il cielo. "Era disorientato poveretto – ricordano –. Abbiamo impiegato mezza giornata per recuperarlo insieme ai vigili del fuoco. Anche i cittadini, oltre a segnalare la presenza di animali in ambito urbano, diventano spesso nostri alleati". È successo lungo viale Forlanini per una paperella con la prole al seguito che aveva attraversato la strada ed era finita in un cortile. L’agente era solo, la mamma papera si era appollaiata sul quinto piano. "Si sono dati tutti da fare per aiutarmi a prenderla e a riportarla in macchina, li abbiamo portati al sicuro", sorride il protagonista. Sempre in centro città, sono stati soccorsi un coniglio ferito in via Quaranta, una beccaccia in via Stelline, un cigno reale zoppo, un gheppio e un Airone cenerino in via Broni. In questi mesi è capitato di trovare pure dei cinghiali finiti nel Naviglio o nei box di un condominio. E lì l’impresa si fa ardua e anche pericolosa. "Abbiamo tentato di narcotizzarli – spiegano – ma abbiamo dovuto procedere con l’abbattimento perché la situazione era diventata pericolosa per le persone oltre che per le direttive sul contenimento della specie, che è sempre più invasiva. L’abbattimento non è mai la prima scelta. A tutela dei cittadini, dell’ecosistema e per ragioni igienico-sanitarie però “ci tocca“. Come per le nutrie, per le quali c’è un piano di contenimento che andrà rivisto perché la situazione sta diventando insostenibile". È capitato di trovarle pure nelle scuole. Arrivano spesso chiamate di allerta anche per la presenza di un “serpente“, che in realtà altro non è che un biacco: può raggiungere un metro e mezzo di lunghezza ma è del tutto innocuo, viene riportato in natura. C’è poi il capitolo fauna ittica. E anche qui si trovano “estranei“ come il pesce siluro e pesci da salvare quando il Villoresi e i canali milanesi vanno in secca: vengono riaccompagnati nel Ticino. Altro compito: contrasto al bracconaggio. Sono state sequestrate recentemente anche due fiocine. "Sono agenti di polizia giudiziaria e pubblica sicurezza, conoscono bene il territorio, gli animali e le loro abitudini, sono formatissimi – spiega la dirigente Quitadamo –. Oltre alla prevenzione e all’accertamento delle violazioni in materia ittica e venatoria, sono in prima linea per il recupero di animali in difficoltà e collaborano in attività di studio sulla gestione della fauna selvatica. Un’attività svolta nel massimo rispetto del benessere animale. Sono preparati ma li contraddistingue soprattutto una cosa: la passione". Conservano i video delle loro missioni: in uno si vede un cerbiatto, lo hanno chiamato Bambi, che dopo essersi perso in città viene liberato nel parco. Si volta, quasi a salutare gli agenti, li fissa immobile. "Vuoi proprio restare con noi? – sorridono gli agenti della Città Metropolitana –. Corri, sei libero".