
Il carcere di Sollicciano. Il garante dei detenuti ha fatto il punto sul sistema carcerario toscano, lanciando l'allarme per le varie criticità
Firenze, 18 giugno 2025 - In Toscana sono oggi presenti 16 istituti penitenziari per adulti, a cui si sommano due istituti per minorenni (Ipm) e due residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems). Gli adulti in carcere al 31 dicembre 2024 erano 3.209 (94 donne e 3.115 uomini): di questi 1.487 sono stranieri. Il tasso dei carcerati con problemi di tossicodipendenza tocca il 36,5%.
Al numero dei detenuti in carcere, vanno poi aggiunte 8.118 persone in esecuzione esterna. Lo scorso anno si sono registrati 8 suicidi, "ma moltissimi sono gli atti di autolesionismo". Lo ha sottolineato il garante toscano dei detenuti Giuseppe Fanfani, illustrando la relazione sull'attività 2024 alla commissione affari istituzionali del Consiglio regionale, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd).
La commissione ha licenziato a maggioranza, una proposta di risoluzione che esprime apprezzamento per l'attività svolta e approva la relazione. Il garante, si spiega in una nota, ha presentato ai commissari una relazione corposa, circa 350 pagine, che mette in evidenza la situazione di difficoltà, e a volte di criticità, che affligge il sistema carcerario toscano, che riflette quello del sistema italiano.
Fanfani ha sottolineato ancora in una nota che il "carcere non può essere la sola risposta che si dà al problema della tossicodipendenza".
Altro problema ricorrente, viene spiegato, è il tasso di sovraffollamento che, calcolato sulla capienza, regolamentare, risulta estremamente variabile: in particolare si verificano criticità nelle carceri di Firenze-Gozzini (112%), Grosseto (173%), Lucca (127%), Massa (137%), Pisa (133%), San Gimignano (126%), Siena (131%). Questi temi, come ha spiegato Fanfani, si ripercuotono anche sulle condizioni di lavoro degli agenti penitenziari, già in difficoltà per la carenza di organico. Altro punto critico, viene ancora spiegato, è la formazione al lavoro, "senza la quale non possiamo pensare di restituire alla società persone che, a fine pena, siano in grado davvero di reinserirsi con successo".