OLGA MUGNAINI
Cronaca

Deposizione dell’Angelico. La Pala di Santa Trinita restituita a nuova vita

L’opera restaurata sarà visibile nel suo Museo di San Marco a Firenze . Poi sarà protagonista della prima grande mostra dedicata all’artista .

La Deposizione di Santa Trinita del Beato Angelico: protagonisti Stefano Casciu, Marco Mozzo, Angelo Tartuferi, Simonetta Brandolini d’Adda e. Lucia Biondi

La Deposizione di Santa Trinita del Beato Angelico: protagonisti Stefano Casciu, Marco Mozzo, Angelo Tartuferi, Simonetta Brandolini d’Adda e. Lucia Biondi

"Mise tanta diligenza che si può, fra le migliori cose che mai facesse, annoverare". Giorgio Vasari nelle sue “Vite“ descrisse così la ’Deposizione del Cristo’, dipinta dal Beato Angelico intorno al 1430 nella Pala di Santa Trinita.

Un dipinto che assomiglia a una scena teatrale di rara potenza e intensità, col quale il frate domenicano scardina il modello tradizionale delle pale d’altare di impianto medievale, con l’accostamento di più tavole dipinte e divise da colonnine e guglie. Qui invece l’Angelico crea una pala con una visione unitaria dello spazio dipinto, all’interno del quale i personaggi e le storie narrate, acquistano maggiore respiro in uno spazio dichiaratamente prospettico e assumono una dimensione più solenne e monumentale.

Appena restaurata, dopo un lungo e complesso lavoro, la “Deposizione“ sarà visibile nel suo museo di San Marco a Firenze fino al fino al prossimo 25 settembre, quando sarà tra le opere protagoniste della grande mostra “Angelico”, la prima dedicata all’artista da Firenze dopo oltre settant’anni dalla prima monografica del 1955.

L’esposizione sarà articolata in due sedi: a Palazzo Strozzi e al Museo di San Marco, a cura di Carl Brandon Strehlke con Angelo Tartuferi e Stefano Casciu. Un percorso già annunciato come irripetibile, con prestiti dai più importanti musei e istituzioni al mondo, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Palazzo Strozzi, la Direzione regionale Musei nazionali Toscana e il Museo di San Marco. Quest’ultimo ospiterà le sezioni dedicate agli inizi dell’Angelico e alle miniature, oltre ad offrire il percorso tra i celebri affreschi del Frate pittore.

Il restauro della pala, presentato ieri, è stato realizzato Lucia Biondi e Roberto Buda, grazie al sostegno dei mecenati di Friends of Florence, che negli anni ha finanziato, tra gli altri, il nuovo allestimento della Sala del Beato Angelico, che custodisce la più ricca collezione al mondo di opere su tavola dell’artista.

La “Deposizione“ fu commissionata tra il 1429 e il 1432 da Palla Strozzi in onore di suo padre Onofrio per la Sagrestia della Chiesa di S. Trinita, trasformata in cappella di famiglia, e rappresenta uno dei primi capisaldi della produzione artistica matura del Beato Angelico.

Dopo l’avvio dell’opera da parte di un altro frate pittore, il camaldolese Lorenzo Monaco, che eseguì entro il 1425 le tre cuspidi e la predella, la commissione passò al Beato Angelico, che introdusse il suo linguaggio moderno e innovativo accanto a quello più tradizionale e ancora gotico di Lorenzo Monaco.

L’opera sembra una vera e propria scena teatrale, dove i ventotto personaggi si affollano in primo piano. La critica ha cercato di comprendere se tra i personaggi siano riconoscibili i ritratti di personaggi del tempo, in particolare dei committenti della famiglia Strozzi.

Il centro della scena è occupato dal corpo di Cristo deposto dalla croce, sostenuto da alcuni personaggi che si affannano sulle due scale per sorreggerlo, affiancati dalle Marie piangenti. In primo piano la figura inginocchiata di un giovane in abiti contemporanei, è identificata col Beato Alessio Strozzi. Il restauro ha contribuito a mettere in risalto il paesaggio sullo sfondo, con le colline della campagna toscana e una città turrita, Gerusalemme, che allude anche a Firenze.