
Un concerto al Puccini per raccogliere fondi per le famiglie delle vittime
"Sono passati neppure sei mesi dalla tragedia di Calenzano e già nessuno ne parla più". È un grido quello che gli studenti del Liceo Michelangelo diffondono con un loro volantino, perché vogliono aprire una breccia nei cuori e nelle memorie dei cittadini della loro città. Un fatto, l’esplosione del deposito di Calenzano che ha visto morire cinque uomini in un solo istante, l’ennesima strage sul lavoro, avvenuta il 9 dicembre scorso. E cosa meglio della musica può risvegliare e allo stesso tempo aiutare i familiari delle vittime? Ne sono convinti gli studenti del Michelangelo, che lunedì sera alle 20,30 porteranno in scena, al Teatro Puccini la loro ‘Musica contro l’indifferenza’, un vero e proprio concerto che spazia dal rock al jazz passando per la classica. Oltre quattro ore di musica che hanno colpito i Comuni di Calenzano e di Firenze, che hanno concesso il loro patrocinio per questo speciale ‘Miche in Concerto’ in ricordo di Carmelo Corso, Vincenzo Martinelli, Franco Cirelli, Gerardo Pepe e Davide Baronti. Ma la nota del Michelangelo continua: "Più che ingiusto, questo è inumano. La memoria di quel che è accaduto dovrebbe essere scolpita nei cuori e a maggior ragione produrre in noi l’impellente necessità di schierarci contro un abominio, rimanendo sempre umani. Tale necessità si espleta in questo concerto, sorto dalla volontà di aiutare concretamente chi, da allora, ha dovuto nel silenzio scontare tale tragedia giorno dopo giorno".
Per questo dicono che "Un contributo per tale causa è ben di più di freddo denaro: è un manifesto di umanità in un mondo sempre più inumano. La più alta consapevolezza che dovrebbe restituire a ciascuno una qualsivoglia formazione umanistica (intesa come formazione che abbia al centro l’umano) è la necessità di prendere partito non pascendo ulteriormente la schiera degli indifferenti". Per gli studenti è quindi necessario ribadire che "oltre un certo punto le parole non bastano e l’imperativo di agire si dovrebbe fare cogente" e che "Il compimento deve trovarsi nelle azioni risultanti dalla necessità di trascendere l’ipocrisia dei discorsi sensazionalistici, di prendere partito, di essere insomma umanisti". E concludono: "La memoria svanisce, le azioni permangono".
Lorenzo Ottanelli