
Dario Danti, assessore al patrimonio non abitativo
"La proroga della concessione è stata valutata tenendo conto di ogni singolo aspetto e nel pieno rispetto delle leggi. Ogni ragionamento in più in questo senso è da considerarsi un’illazione".
Dario Danti, assessore della giunta Funaro con delega al patrimonio mette i puntini sulle ’i’ in merito alla concessione prolungata fino al 2035 alla società Mercato Centrale Firenze Srl per la gestione degli spazi nello storico immobile di San Lorenzo dove operano decine di attività enogastronomiche capaci di attirare dai dieci ai ventimila visitatori/clienti al giorno.
Assessore, ci spiega bene la genesi dell’accordo tra il Comune e la società che ha in gestione gli spazi in San Lorenzo?
"C’è un bando di concessione del 2013 dopo due aste andate andate deserte. La società che ha adesso in concessione gli spazi fece subito importanti lavori di riqualificazione per 5 milioni di euro. Non dobbiamo dimenticarci che i locali erano in stato di totale abbandono e degrado".
Poi il mercato è decollato alla grande.
"Sono stati bravi a creare tutto questo".
Perché si arriva a decidere di prorogare la concessione?
"La proroga della concessione è stata valutata dalla commissione che si occupa di valutazioni e stime della Direzione patrimonio del Comune".
Su che basi?
"Sulla base dell’impegno della società di coprire le spese per le scale mobili, i montacarichi e la perizia antisismica. Interventi utili per il bene di tutto l’immobile che è di proprietà comunale, compreso il piano terra che non è in gestione alla Società Mercato Centrale".
Oggi c’è però chi sostiene che sette anni in più siano decisamente troppi rispetto ai lavori fatti. E per di più con lo stesso cananone d’affitto del 2013, 140mila euro l’anno per oltre 2.600 metri quadri nel cuore del centro storico.
"Innanzitutto per legge non si possono fare variazioni di canoni di una concessione in essere. Se loro hanno trovato la formula giusta per far fruttare la struttura significa che sono stati imprenditori virtuosi. Il Comune non può certo calibrrare i canoni di locazione sulla base dei presunti guadagni di una società. Quanto all’affitto stabilito ripeto che è stato oggetto di attente valutazioni nel perimetro del rispetto più ferreo di leggi e regolamenti. I tecnici fanno le loro valutazioni. Si tiene conto di molti aspetti, dalla posizione alle condizioni dell’immobile fino alle migliorie che vi vengono apportate. E’ un errore di base valutare una cifra e basta. Le faccio l’esempio dell’ippodromo della Mulina".
Prego.
"Il canone annuale era di 82.500 euro per venticinque anni secondo le stime a norma di legge. Guardiamo ai fatti e in che condizioni è un luogo che potenzialmente poteva essere riscattato alla grande. Al Mercato centrale sono riusciti in una grande impresa che in altri luoghi magari non si è registrata".
E. B.