
L’analisi dell’economista e i dati della Camera di Commercio: cosa cambierà
di Lisa Ciardi
I dazi? Per ora non sono una catastrofe, ma i rischi per l’economia fiorentina restano altissimi. È quanto emerso ieri nell’incontro organizzato dalla Camera di Commercio per la Giornata dell’economia. Aperta dai saluti del presidente della Cciaa, Massimo Manetti, la mattinata ha visto come ospite l’economista Carlo Cottarelli, direttore dell’osservatorio sui conti pubblici italiani della Cattolica di Milano.
Per l’occasione è stato presentato il Rapporto sull’economia provinciale, con un possibile calo dell’export fiorentino di 800 milioni di euro nel 2025 (a fronte degli oltre 24 miliardi fatturati nel 2024) se dovessero essere confermati i dazi americani nelle percentuali ipotizzate qualche settimana fa (20% merci, 25% auto).
Tuttavia, come ha evidenziato Cottarelli, "se la cosa rimane limitata come adesso anche il Fondo monetario internazionale prevede un rallentamento ma non una recessione neanche negli Stati Uniti. In Europa, nell’area Euro, partiamo da un livello di crescita che è già basso, non viene tolto molto, uno 0,2%". Ma resta la preoccupazione "che ci possa essere un’escalation, si riparta con nuovi dazi e soprattutto c’è questa incertezza di fondo che impedisce di fare piani di spesa". Cauta positività anche sull’evoluzione dei rapporti con gli Usa.
"Sono abbastanza ottimista – ha detto ancora – il vero avversario economico degli Stati Uniti è la Cina. Adesso Trump ha cominciato una guerra dei dazi contro il resto del mondo, ma si è reso conto che non può combattere contro tutti. Alla fine credo che ci sarà un accordo fra Stati Uniti ed Europa. Alcune richieste potrebbero poi essere positive anche per noi. Per esempio, gli americani criticano la troppa burocrazia in Italia, che è un ostacolo per le imprese Usa, ma anche per le nostre".
A illustrare i dati fiorentini, il segretario generale della Camera di commercio, Giuseppe Salvini. Per il 2025, il Rapporto stima una sostanziale tenuta nel 2024 (+0,6% di valore aggiunto prodotto) e l’attesa di un biennio 2025-2026 con poche possibilità di accelerazione (+0,4% nel 2025) e col rischio di un condizionamento al ribasso legato ai dazi. Questi, secondo i ricercatori, per il 2025 potrebbero portare a un deterioramento dello scenario di crescita (+0,1% di valore aggiunto prodotto o addirittura al -0,3%).
"Pesa la crisi della moda (soprattutto pelletteria) e del manifatturiero – ha detto Salvini – in parte ammortizzata dal terziario, non solo per il positivo andamento del turismo, ma anche di high tech, attività finanziarie, immobiliari e costruzioni, comparto che però dovrebbe peggiorare nel 2025. Sulle stime pesano il ciclo internazionale e i dazi: proprio dagli Stati Uniti le imprese della metrocittà ricavano 6 dei 24 miliardi dell’export totale di area, il 10% di quanto l’Italia ottiene dalle vendite negli Usa".
Dopo una crescita del 20% delle esportazioni complessive dall’area fiorentina nel 2024, l’Ufficio studi di Ciaa stima cali dello 0,8% nel 2025 e dello 0,4% nel 2026. Ancora più sensibile la frenata delle importazioni: si passa dal +13,9% del 2024 al -4,8% previsto nel 2025 e al -4,5% nel 2026. Ma come superare le difficoltà, nei vari scenari? "La Toscana e l’area fiorentina – ha chiuso Cottarelli - possono e devono confidare nell’alta qualità e nell’unicità dei loro prodotti per ridurre l’impatto della guerra dei dazi". Una visione condivisa dal segretario generale della Camera di commercio Giuseppe Salvini, ma anche dal Riccardo Passeri, dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili.