
Il carcere di Sollicciano
Firenze, 2 gennaio 2024 - Un uomo di 58 anni, condannato per omicidio volontario con fine pena al 19 marzo 2027, ha ottenuto dal giudice di sorveglianza la riduzione del periodo di reclusione di 312 giorni in nome dell'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo, che 'proibisce la tortura e il trattamento o pena disumano o degradante'. Il magistrato, riporta oggi Il Tirreno, ha ritenuto che nel periodo di reclusione nel penitenziario fiorentino di Sollicciano, a causa dell condizioni di vita nel carcere, l'uomo "sia stato sottoposto a una prova d'intensità oltre l'inevitabile livello di sofferenza inerente alla detenzione", rendendola tale "da superare la soglia del trattamento inumano e degradante in violazione dell'articolo 3 della Cedu, anche in considerazione del periodo non breve trascorso all'interno dell'istituto" dove è stato recluso dal 2014 al 2022. Nel provvedimento del giudice, che ha accolto il ricorso del legale del detenuto, l'avvocato Elisa Baldocci, sono contenuti riferimenti alle condizioni di vita all'interno del carcere - accertate dallo stesso magistrato -, fra celle invase dagli insetti, umidità, sporcizia e uno spazio a disposizione appena sufficiente. Un rapporto dell'Asl centro dopo un sopralluogo effettuato il 5 luglio 2023 parla di "infiltrazioni su pareti e soffitto", celle "inagibili per la presenza di acqua a terra" e pareti di un locale "annerite a causa di un incendio pregresso". Alla finestra di una cella, "nidi di vespe che ne impedivano l'apertura".